Tav: Ue finanzierà il 50% dell’opera, stop è scenario peggiore

Lavori nel tunnel del Tav.
Lavori nel tunnel del Tav.(ANSA)

SAINT-MARTIN-LA-PORTE (FRANCIA). – Per la nuova coordinatrice europea del Corridoio Mediterraneo Iveta Radicova uno stop ai lavori della Torino-Lione è “il peggiore scenario che si possa immaginare”. Il costo di una simile scelta, ha detto l’ex premier slovacca in visita al cantiere di Saint-Martin-La-Porte in territorio francese, “sarebbe altissimo e non credo che i fondi Ue potrebbero coprirlo”.

Così, mentre in Italia la recente presa di posizione contro la Tav del Consiglio comunale di Torino e la successiva manifestazione in piazza di 30 mila persone, riunite dal comitato ‘Sì, Torino va avanti’, l’Europa fa sentire la sua voce. La coordinatrice Radicova ha annunciato che la quota del finanziamento europeo per la tratta internazionale passerà dal 40% al 50%: l’Europa si farebbe carico così di 4,3 miliardi, mentre la spesa per l’Italia scenderebbe da 2,98 a 2,48 miliardi di euro.

“La coordinatrice si è lanciata in sconti da black friday”, ironizza il movimento No Tav che sta organizzando il corteo dell’8 dicembre a Torino.

Nella sua missione tra Valle di Susa e la francese Maurienne, Iveta Radicova è stata accompagnata al’imbocco del Frejus, la galleria della linea storica Torino-Lione inaugurata nel 1871. “La Torino-Lione – ha detto la coordinatrice – è un’opera molto costosa ma porterà benefici molto alti. Il governo italiano chiede tempo per fare un’analisi costi-benefici. Ce ne sono state sette, possiamo aspettare l’ottava. Però i partner sono tre, e senza la Francia e la Ue l’analisi non può essere fatta. Temo si stia perdendo tempo, ma eventuali ritardi sono un problema che i politici sono in grado di affrontare. Siamo preparati a discutere e negoziare”.

Con Radicova il cantiere è stato visitato anche dalle donne manager promotrici del comitato “Sì, Torino va avanti”. La sezione transfrontaliera della Torino-Lione è lunga 65 km, che collegano la francese Saint-Jean-De-Maurienne con Susa. Il cosiddetto tunnel di base misura 57,5 km di cui 5,5 già scavati, per finalità di studio ma nell’asse e delle dimensioni della maxi-gallerie. Nei lavori sono impegnate attualmente 450 persone su tre turni, sette giorni su sette.

Telt, la società incaricata di costruire e gestire l’opera, attende lo sblocco dello stallo italiano per far partire i bandi per i lavori dell’opera definitiva. Dalla singola fresa oggi all’opera si passerà ad averne impegnate sette, più un’altra in verticale, tutte contemporaneamente. Nel picco dell’attività è stato calcolato che la costruzione della Torino-Lione impegnerà 4000 lavoratori diretti e altri 4000 nell’indotto.

Radicova ha sottolineato i benefici sul fronte del lavoro e dell’ambiente. “Un eventuale stop – ha sostenuto – sarebbe orribile per l’ambiente, per il traffico, per il lavoro e per l’industria delle costruzioni. Immaginate tutti i corridoi ad Alta Velocità attraverso l’Europa e solo qui al confine tra Italia e Francia il blocco. Non posso crederlo, spero che i tre partner, Italia, Francia e Unione Europea, siano abbastanza aperti da trovare un modo per completare il lavoro che è stato iniziato”.

(dell’inviata Barbara Paloschi/ANSA)

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