Concorsi truccati, venticinque indagati tra medici e docenti

Un medico di base con uno stetoscopio in una foto d'archivio. Concorsi
Concorsi dirigenti sanitari, 25 indagati. ANSA/FRANCO SILVI

TORINO. – Concorsi pubblici confezionati su misura per il candidato destinato a vincere. Dice questo l’inchiesta della procura di Torino sfociata oggi in una valanga di perquisizioni e di avvisi di garanzia: venticinque fra docenti universitari, ricercatori e altri pezzi grossi del sistema sanitario piemontese, fra la Città della Salute del capoluogo e l’ospedale di Orbassano, sono indagati – a vario titolo – per reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta e al falso ideologico.

Tra le persone toccate dal procedimento figurano Roberto Torta, professore al Dipartimento di neuroscienze dell’Università, e Flavio Boraso, direttore dell’Asl Torino 3. Sono sei, per il momento, le selezioni finite sotto la lente dei pm Gianfranco Colace e Laura Longo. Ma gli accertamenti non sono ancora terminati perché il magistrato ha chiesto ai carabinieri del Nas di prelevare al Comitato zonale dell’Asl Torino 1, una struttura creata per la gestione dei bandi, la documentazione relativa a tutte le prove degli ultimi due anni.

I concorsi riguardano l’assunzione di personale medico strutturato, borse di studio, ingaggi di liberi professionisti e di personale medico ambulatoriale. Si trattava, secondo le indagini, di scrivere i bandi in modo tale da favorire questo o quel candidato. E l’operazione riusciva, visto che gli indagati, conversando al telefono – senza sapere di essere intercettati – chiamavano il concorso direttamente con il nome del futuro vincitore: il bando di Tizio, il bando di Caio eccetera. Altre volte, sempre secondo quanto appurato dai carabinieri, si limitavano ad anticipare al loro pupillo le domande.

Ad incuriosire gli inquirenti era stato un episodio denunciato nel 2015 da un deputato del Movimento Cinque Stelle, Paolo Niccolò Romano, in una interrogazione parlamentare. Il caso era quello di Pierino Santoro, ex presidente dell’Agenzia territoriale per la Casa di Asti, indagato per un peculato da 8 milioni e mezzo di euro. Santoro aveva chiuso la pendenza patteggiando quattro anni e due mesi di reclusione. Però, in quel frangente, era riuscito a ottenere una pensione di invalidità di 280 euro al mese per una “grave forma di ansia e depressione”. Setacciando tra i referti e le prescrizioni di farmaci, gli investigatori trovarono materiale per aprire un nuovo dossier (completamente diverso, che non coinvolge Santoro) sui concorsi di Torino.

(di Mauro Barletta/ANSA)

Lascia un commento