Sindaci: “No termovalorizzatori, più risorse ai Comuni”

Termovalorizzatori Iren a Parma.
Termovalorizzatore Iren a Parma.

CASERTA. – Sì agli impianti, ma a quelli di compostaggio che risolvano il problema della frazione organica dei rifiuti, non ai termovalorizzatori che bruciano il rifiuto secco destinato a diminuire con l’incremento, auspicato, della raccolta differenziata. Sì anche ai militari, sebbene già ci sono sul territorio.

E’ quanto emerge ascoltando alcuni sindaci del Casertano, quelli più esposti perché amministrano territori sensibili sotto il profilo ambientale; nessuno critica apertamente le misure decise dal governo Conte con la firma del protocollo sulla Terra dei Fuochi, ma tutti chiedono più risorse per i Comuni per fronteggiare i rilevanti smaltimenti illeciti di rifiuti industriali, e soprattutto chiedono che non si faccia propaganda sulla pelle dei cittadini. Dal canto suo il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, si dice perplesso sui contenuti del protocollo.

Il vicepremier Luigi Di Maio annuncia militari a sorveglianza dei depositi legali di rifiuti mentre Matteo Salvini sottolinea di avere piena fiducia nel lavoro del premier Giuseppe Conte e degli altri colleghi di governo. “Voglio avere una visione positiva e considerare utile la riunione dei ministri svoltasi ieri a Caserta. Si tratta però nient’altro che di un protocollo: produrrà i suoi effetti solo se davvero lo vorranno le parti in causa” afferma Antonello Velardi, sindaco di Marcianise, comune dove insiste un’area industriale tra le più importanti del Sud ma anche aziende che trattano rifiuti e altre che sono abusive e scaricano illegalmente; proprio a Marcianise si è verificato uno degli ultimi roghi ad un impianto di rifiuti, quello della Lea, sotto sequestro al momento dell’incendio.

“Finora – prosegue Velardi – è mancato il raccordo istituzionale e c’è stata una fuga dalle responsabilità, le comunità sono state lasciate sole. Marcianise è un caso emblematico da questo punto di vista. Vediamo se le istituzioni abbandoneranno la svogliatezza mostrata finora e si daranno da fare. Quanto alla vicenda dei termovalorizzatori, si tratta dell’ennesima puntata del teatrino della politica immatura italiana”.

Altro sindaco “esposto” è Antonio Mirra, primo cittadino di Santa Maria Capua Vetere, dove è situato lo Stir oggetto del rogo due settimane fa. “L’impegno più importante – spiega – è quello relativo agli sversamenti in aree periferiche, che sono sempre scarichi di lavorazione di aziende illegali; peraltro i roghi sono diminuiti ma non lo sversamento, e con le nostre risorse non ce la facciamo a contrastare il fenomeno”. “Ben venga l’esercito – prosegue Mirra – per lo Stir, subito dopo l’incendio, ho chiesto la vigilanza armata”.

Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, ha deciso di ospitare nel suo territorio uno dei 15 impianti di compostaggio previsti dalla Regione, la cui gara per la progettazione, ha annunciato ieri De Luca, è stata completata. “Il problema dei ciclo integrato – dice Natale – riguarda la frazione umida, che va risolto con il compostaggio. Noi a Casal di Principe abbiamo raggiunto il 72% di differenziata, il secco dunque è destinato a diminuire sempre di più, per cui sono d’accordo con De Luca: è antieconomico realizzare un termovalorizzatore, e se ne stanno accorgendo anche al Nord, dove ne hanno costruito parecchi ma oggi si ritrovano senza materia prima”.

“Serve pianificazione per gestire il ciclo dei rifiuti” dice Dimitri Russo, sindaco di Castel Volturno, comune dove l’emergenza ambientale si incrocia con quella legata alla presenza di migliaia di immigrati non regolari: “servono professionisti, impianti, campagne d’informazione, competenze”.