Schiaffo a Trump, giudice: “Reporter Cnn torni alla Casa Bianca”

Scontro sul video della lite tra il presidente Trump e il giornalista Acosta della Cnn.
Scontro sul video della lite: "La Casa Bianca lo ha manipolato"

WASHINGTON. – La Casa Bianca deve restituire “immediatamente” il pass al reporter della Cnn Jim Acosta, la revoca delle sue credenziali – un caso senza precedenti – ha violato le regole del “giusto processo”. Il network di Atlanta, nemico numero uno di Donald Trump, vince il primo round della battaglia legale contro il presidente e canta vittoria in nome della libertà di stampa.

“Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto non solo la Cnn ma una stampa americana libera, forte e indipendente”, ha commentato l’emittente, appoggiata nella causa anche da altri media, tra cui Fox, la tv preferita del tycoon. “Un grande giorno per il primo emendamento (quello sulla libertà di espressione, ndr) e per il giornalismo”, gli ha fatto eco l’avvocato di Acosta.

Lo schiaffo a Trump arriva da Timothy Kelly, un giudice della corte distrettuale di Washington DC nominato dallo stesso tycoon: una conferma che il sistema del ‘checks and balances’ americano funziona e che il sistema giudiziario mantiene una sua indipendenza.

La Casa Bianca si adegua e riconsegna ‘l’hard pass’ ma promette nuove “regole e procedure per garantire in futuro conferenze stampa corrette e ordinate” perché “deve esserci decoro alla Casa Bianca”. E sottolinea che la corte “ha chiarito che non c’è un diritto assoluto al primo emendamento nell’accesso alla Casa Bianca”.

In effetti il giudice concorda con l’amministrazione su questo punto ma precisa anche che, una volta che la Casa Bianca apre i suoi spazi ai reporter, si applica il primo emendamento: e nel caso specifico, i diritti costituzionali di Acosta prevalgono sul diritto della presidenza di avere una conferenza stampa ordinata. La sentenza si sofferma di più sul fatto che la Casa Bianca non ha rispettato adeguatamente il giusto processo. L’iter decisionale è stato così “avvolto nel mistero e il governo non è stato in grado di dirmi chi ha preso la decisione”, scrive il giudice.

La Casa Bianca aveva peraltro fornito diverse versioni per giustificare la sospensione del pass dopo il battibecco in una conferenza stampa tra Acosta e Trump, che aveva definito il reporter “una persona terribile, maleducata”. Inizialmente aveva accusato il giornalista di aver messo le mani addosso ad una stagista per trattenere il microfono, usando anche un video manipolato. La tesi è stata poi abbandonata in aula, dove è stato invocato solo il motivo del decoro.

Il magistrato inoltre ha riconosciuto che Acosta, capo dell’ufficio della Cnn per la Casa Bianca, ha sofferto “un danno irreparabile”, respingendo così la tesi dell’amministrazione che la tv avrebbe potuto mandare altri suoi reporter al suo posto. Il giudice però non è entrato nel merito della causa, in particolare se il presidente abbia il potere o meno di decidere quali reporter possono avere, e mantenere, l’accesso alla Casa Bianca. Lo farà in seguito, se Trump deciderà di proseguire la causa. Ipotesi che appare improbabile.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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