Esordio Conte nel Golfo Persico: tra gas, Libia e investimenti

Nella foto Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabicon il premier Giuseppe Conte in Abu Dhabi.
Nella foto Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabicon il premier Giuseppe Conte in Abu Dhabi. EPA/EMIRATES NEWS AGENCY HANDOUT

ABU DHABI. – L’inno di Mameli e 21 colpi di cannone sparati nel cortile dello scintillante palazzo presidenziale di Abu Dhabi segnano l’esordio di Giuseppe Conte nel Golfo Persico. In una missione “toccata e fuga”, mentre dall’Ue continuano a partire strali sulla manovra, il premier vola ad Abu Dhabi seguendo uno schema simile alla sua visita in India: rilanciare il “sistema Italia” oltre lo scetticismo che, in Europa e tra gli stessi imprenditori nostrani, serpeggia sul governo giallo-verde.

Due vertici a Palazzo Chigi fanno da “estremi” alla visita di Conte ad Abu Dhabi dove il premier, prima del bilaterale con il Principe ereditario Mohammed bin Zayed Al Nahyan, incontra alle Etihad Towers i rappresentanti di circa 60 imprese italiane: da Eni a Saipem, da Generali ad Elettronica, da Fincantieri a Sace e Intesa San Paolo.

Al capo del governo gli imprenditori chiedono più presenza dello Stato al fianco delle aziende. Conte prova a perforare il loro muro di scetticismo: questo è un governo che lavora, fidatevi, è il messaggio che lancia assicurando il suo impegno a non far salire lo spread e nel velocizzare i pagamenti arretrati della Pubblica Amministrazione alle aziende.

Il premier rimarca il ruolo delle pmi, individua in Expo 2020 (negli Eau) una nuova chance per il sistema Italia e dà spazio a Eni che, pochi giorni fa, ha siglato un accordo strategico con la compagnia petrolifera emiratina, l’Adnoc. Un accordo con cui Eni potrebbe ridurre del 20% circa l’import di gas degli Emirati dal Qatar in un momento in cui le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono piuttosto fredde e in cui Abu Dhabi sta rilanciando i suoi investimenti per sfruttare i giacimenti di gas e petrolio. Ma l’intesa può rilanciare anche la presenza italiana in un’area dove da anni Francia e Germania hanno lanciato la loro Opa.

E’ ancora l’economia a regnare nel bilaterale tra Conte e l’erede al trono, incontro a cui partecipano diversi ministri del governo emiratino e dal quale scaturisce l’impegno a rafforzare l’accordo di partenariato bilaterale – basato su scambi commerciali e investimenti – a neanche un anno dal divorzio tra Etihad e Alitalia.

Del resto, Abu Dhabi è una delle mete più “battute” dai premier italiani: qui, non a caso, sono stati sia Matteo Renzi che Paolo Gentiloni. Ma nel bilaterale con bin Zayed Al Nahyan c’è anche spazio per la Libia. Il Principe, spiegano fonti di governo, esprime il suo apprezzamento per lo sforzo italiano con la Conferenza di Palermo. Un summit che ha visto il governo aprire di fatto al generale Khalifa Haftar, sostenuto non a caso da Abu Dhabi, il cui obiettivo è che sia garantita la sicurezza del confine orientale libico.

(dell’inviato Michele Esposito/ANSA)

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