Mattarella: “La politica trasmetta Ue solida ai nostri figli”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Re Carlo XVI Gustavo nel corso delle dichiarazioni alla stampa, in occasione della visita di Stato in Svezia
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Re Carlo XVI Gustavo nel corso delle dichiarazioni alla stampa, in occasione della visita di Stato in Svezia, 13 novembre 2018. ANSA/FRANCESCO AMMENDOLA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

STOCCOLMA. – L’Unione europea va aggiornata, rafforzata e consegnata sempre più “solida” nelle mani dei nostri figli. E’ instancabile Sergio Mattarella nella diffusione del suo messaggio europeista. Anche nel giorno in cui attende in Svezia, ormai rassegnato sull’assenza di novità dirimenti, la lettera con la quale il governo giallo-verde deve rispondere ai primi durissimi rilievi della Commissione europea.

Quanto era possibile fare è stato fatto, si osserva al Quirinale mentre il presidente si muove tra il palazzo reale di Stoccolma (costretto in una carrozza d’epoca dal monarchico cerimoniale svedese) e la sede del Parlamento, nel primo giorno di una complessa visita di Stato in Svezia.

L’opera di moral suasion del presidente della Repubblica si è manifestata più volte con chiarezza. Attraverso richiami agli articoli della Costituzione che impongono i conti in ordine. Con accorati appelli alla “responsabilità” e al rispetto dei Trattati internazionali. Ma soprattutto con l’invincibile convinzione che solo l’Europa possa garantire “libertà, pace e prosperità” ai cittadini.

Come non leggere quindi le sue parole nei colloqui con re Carlo XVI Gustavo di Svezia – che tanta parte di questa storia di progresso ha vissuto sul progressista trono di Svezia – come un ulteriore appello alle coscienze dei leader politici a non archiviare l’Unione europea come una creatura agonizzante.

“Compito di ognuno di noi, cittadini europei, è mantenere viva la visione dei Padri fondatori, passandola intatta e sempre più solida, in una simbolica staffetta, alle generazioni future”, ha ribadito nel Parlamento di una Svezia anch’essa alle prese con le contraddizioni di un’immigrazione imponente e in parte non sufficientemente integrata.

Le sirene del sovranismo stanno attecchendo anche in quest’angolo verde del nord Europa, patria di un welfare socialdemocratico aperto e tollerante. Al punto che da settembre Stoccolma è alle prese con una crisi politica che potrebbe riportarla presto al voto. “I valori di libertà, democrazia, solidarietà e pace sono valori che trovano espressione compiuta, autorevole, e quanto mai attuale nella nostra comune appartenenza all’Unione Europea”, ha spiegato il capo dello Stato senza sottovalutare quali siano oggi le priorità dei cittadini europei.

“La nostra gente invoca sicurezza, prospettive concrete di crescita e maggiore coesione sociale”, ha detto ancora. Sicurezza, appunto. Uno dei nodi che in Italia come in Svezia eccita le coscienze e il voto delle comunità. Un nodo che deve essere affrontato ma con gli strumenti della ragione europea e non della pancia dei nazionalisti.

“Ci auguriamo che i Membri dell’Unione Europea – tutti – riescano a identificare e perseguire politiche sempre più comuni, volte a governare con coraggio un fenomeno non certo destinato ad esaurirsi”, ha premesso il presidente che da anni denuncia lo stato soporifero dei 27 in materia di migranti. L’importante, è il messaggio di Mattarella, è che la politica sappia tenere in vita ed arricchire quella che è e deve rimanere “la comune cornice dei nostri destini”. Cioè l’Europa.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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