Corea del Nord ha sedici basi nascoste per ultimare missili nucleari

Sflata di armamenti in Nord Corea.
Armamenti nord coreani © ANSA/AP (ANSA/AP Photo/Wong Maye-E, File)

WASHINGTON. – La Corea del Nord continua a giocare a poker con gli Usa, mentre cresce la tensione per la ripresa delle manovre congiunte tra Usa e Corea del sud, che ha già fatto saltare un round di negoziati a New York. Alcuni analisti del Center for Strategic and International Studies, un importante think tank di Washington, hanno identificato 16 basi nascoste di Pyongyang per lo sviluppo del suo programma di missili balistici, grazie alle immagini di un satellite commerciale. Un network non ignoto all’intelligence americana ma rimasto nell’ombra dopo che il presidente Usa Donald Trump ha rivendicato di aver neutralizzato la minaccia nucleare di Pyongyang e continua ad ostentare ottimismo.

Secondo gli analisti, la Corea del Nord avrebbe operato un grande raggiro, una sorta di bluff: offrire di smantellare un importante sito di lanci – una misura avviata ma poi fermata – continuando a potenziare oltre una dozzina di siti per i lanci di testate convenzionali e nucleari. “Non abbiamo fretta: le sanzioni sono in vigore. I missili sono stati fermati. Gli ostaggi sono tornati a casa”, aveva detto il tycoon la scorsa settimana.

Il presidente ha ragione nel dire che i test missilistici sono stati congelati ma gli 007 Usa ritengono che sia continuata la produzione di materiale nucleare, di nuovi armi atomiche e di missili che si possono installare su lanciatori mobili e nascondere in basi segrete in mezzo alle montagne. Questo mentre le sanzioni cominciano a fare acqua, con Pyongyang che, sfruttando il suo iniziale disgelo con Washington, avrebbe ripreso a commerciare con Cina e Russia.

Di fatto, dopo lo storico vertice di Singapore fra Trump e Kim Jong-un, la Corea del Nord non ha ancora fatto un primo passo verso la denuclearizzazione, fornendo ad esempio una lista dettagliata dei suoi siti nucleari, delle armi, degli impianti di produzione e della basi missilistiche.

Lo studio del think tank è stato pubblicato dal programma ‘Beyond Parallel’, guidato da Victor Cha, la cui candidatura come ambasciatore Usa a Seul era stata accantonata dopo le sue critiche alla strategia della Casa Bianca su come trattare con il leader nordcoreano. “Queste basi non sono state congelate, il lavoro continua. Quello di cui tutti sono preoccupati è che Trump sta accettando un cattivo accordo: loro cancellano un sito per i test e smantellano poche altre cose e in cambio ottengono un accordo di pace” che formalmente mette fine alla guerra di Corea, ha spiegato Cha al New York Times.

“Poi Trump dichiarerà vittoria, che ha ottenuto più di qualsiasi altro presidente americano, ma la minaccia sarà ancora lì”, ha aggiunto. Una delle basi identificate è quella di Sakkanmole, ad un’ottantina di km dalla zona demilitarizzata, una delle più vicine al confine con Seul. Le immagini sono molto precise. Ci sono anche sette lunghi tunnel, ben protetti contro eventuali attacchi aerei o di artiglieria, che possono accogliere sino a 18 mezzi per muovere rapidamente i missili verso siti di lancio.

Lo studio contiene inoltre una mappa della Corea del Nord che mostra tre fasce di basi missilistiche, che spaziano dai razzi tattici a corto raggio a quelli a medio raggio che possono colpire la Corea del Sud, il Giappone e le basi americane nel Pacifico.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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