Il fuoco avanza in California, trentuno morti e 228 dispersi

Nella notte pompieri cercano di spegnere un incendio in California.
Pompieri cercano di spegnere un incendio in California. EPA/ALAN SIMMONS

WASHINGTON. – Il peggio potrebbe ancora arrivare e le autorità della California non nascondono che, dopo giorni di devastazione, l’emergenza incendi è ben lungi dall’essere riportata sotto controllo. Anzi, dopo che il rogo, chiamato Camp Fire, ha seminato morte e distruzione al nord, ora a preoccupare è il Woolsey Fire, più a sud, nella contea di Los Angeles, dove oltre 200 mila persone sono in fuga e dove si trova anche Malibù. Nella località dei vip che si affaccia sull’Oceano Pacifico hanno già visto andare in fumo le proprie ville in fumo star come Neil Young o Miley Cyrus.

Nei prossimi giorni tutto dipenderà dai venti, e le previsioni al sud non lasciano ben sperare: dovrebbero rafforzarsi toccando in alcune zone oltre i 100 chilometri orari, col rischio di alimentare ulteriormente le fiamme e di causare anche al sud una situazione fuori controllo. La situazione più critica, oltre a Malibu, a Thousand Oaks, la località in cui alcuni giorni fa è avvenuta la strage di studenti in un disco bar per mano di un killer armato di pistola automatica.

Il bilancio delle vittime dei roghi purtroppo sale di giorno in giorno. E’ arrivato ad almeno 31 morti, di cui 29 nella località di Paradise, a nord di Sacramento, capitale della California, letteralmente spazzata via dal fuoco nella regione della Sierra Nevada. Ma sono almeno 228 le persone disperse, di cui non si hanno più notizie.

In tutto, i tre roghi contro cui da giorni lottano vigili del fuoco, protezione civile e Guardia nazionale hanno divorato una’area di oltre 800 chilometri quadrati, una superficie grande quasi come l’intera metropoli di Los Angeles. Il Camp Fire, finora il più distruttivo a nord, è stato domato solo per il 25%, mentre il Woolsey Fire per il 20%. Un rogo più piccolo, il Hill Fire, è ancora più a sud, nella Ventura County, è per ora il 75% delle fiamme è stato spento.

Tanti gli atti di eroismo raccontati dai testimoni, come a Paradise, dove alcuni volontari, invece di fuggire, hanno aiutato a proteggere e ad evacuare l’ospedale. Nelle zone in cui il muro di fuoco è stato abbattuto la situazione è comunque drammatica, con vaste zone senza luce, linee telefoniche interrotte, senza cibo né acqua.

Le immagini dall’alto, riprese dagli elicotteri, mostrano l’impressionante avanzare del fuoco, con gli esperti che puntano il dito sulla siccità che ha reso la folta vegetazione più secca del normale, diventando terreno fertile per gli incendi. Si cominciano intanto a contare i danni, che vanno a sommarsi a quelli degli altri recenti roghi che hanno martoriato la California, la cui economia potrebbe risultare davvero compromessa dal fenomeno.

E almeno uno dei vip colpiti, la rockstar Neil Young, che ha avuto la villa di Malibu distrutta, attacca il “cosiddetto presidente Trump”, che la settimana scorsa aveva accusato la gestione forestale della California, minacciando di ritirare i fondi federali: La vera ragione degli incendi è il cambiamento climatico”, ha denunciato il cantautore sul suo sito.

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