Produttori petrolio non decidono sulle quote, Arabia taglia

Petrolio: il vertice Opec non-Opec
Petrolio: nella foto d'archivio il vertice Opec non-Opec.

ROMA. – E’ troppo presto per dire se i Paesi produttori di petrolio taglieranno le quote di produzione come antidoto alla caduta dei prezzi, ma intanto l’Arabia Saudita annuncia una riduzione dell’export di 500mila barili a dicembre, rendendo così più concreta la possibilità di un abbassamento del tetto per tutti.

Le riunioni del comitato tecnico e di quello ministeriale dei Paesi Opec e non Opec, impegnati in una due giorni (che diventano tre con la grande fiera di settore Adipec) ad Abu Dhabi, non hanno dato indicazioni precise, rinviando tutto al summit del Cartello, l’organismo cui è demandata l’ufficialità delle decisioni, in programma il 6 dicembre a Vienna.

L’Opec e i suoi alleati, vale a dire anche la Russia, “decideranno al meeting di dicembre sulla formula per gestire la sovrapproduzione”, ha spiegato il ministro del Petrolio dell’Oman, Mohammed Al-Rumhy, aggiungendo però che “in molti” si sono espressi a favore di un taglio.

Nel comunicato finale, il Comitato ministeriale sottolinea di aver analizzato l’andamento della domanda e dell’offerta, rilevando che “le prospettive per il 2019 indicano una maggiore crescita dell’offerta rispetto ai requisiti globali, tenendo conto delle attuali incertezze”.

Non solo: “Il rallentamento delle prospettive di crescita economica globale, oltre alle relative incertezze, potrebbe avere ripercussioni sulla domanda globale nel 2019 e potrebbe portare ad ampliare il divario tra offerta e domanda”. Per questo è necessario “continuare a monitorare le condizioni del mercato”, per verificare l’eventuale necessità di “nuove strategie”.

La sensazione, dunque, è che la riduzione ci sarà, anche se le dichiarazioni ufficiali dei vari ministri dell’Energia, con qualche distinguo, sono state di carattere attendista. “L’Opec e gli altri paesi produttori non reagiscono alle oscillazioni settimanali del mercato del greggio” ha detto il ministro saudita dell’Energia Khalid Al-Falih, aggiungendo che, quindi, “è troppo presto per parlare di tagli alla produzione”.

Da parte di Riad, comunque, arriva un segnale di non poco conto, dal momento che il colosso petrolifero ha deciso di tagliare l’export di greggio di 500mila barili nel mese di dicembre. Anche il ministro degli Emirati Suhail Al Mazrouei ha detto che “è prematuro parlare di tagli alla produzione”.

Per il ministro russo dell’Energia Alexander Novak, del resto, “è difficile dire” adesso se il mercato globale si troverà in una condizione di sovrapproduzione nel 2019: “Dobbiamo aspettare un po’ di tempo, per vedere come evolve il mercato”, ha concluso.

Ogni decisione, dunque, è rinviata a dicembre, probabilmente anche per rendersi conto meglio non solo dei livelli di domanda e offerta, ma anche di quelli dei prezzi. Dai primi di ottobre il greggio ha perso circa il 20%, precipitando sotto 60 dollari (il Wti americano) e sotto 70 dollari (il Brent).

(di Francesca Paggio/ANSA)

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