Crescono satanismo e sette in Italia, 30% di culti estremi

Un crocifisso tra alcune candele, buio intorno. Satanismo
Crescono satanismo e sette in Italia.

ROMA. – Diete macrobiotiche, pseudo-religioni e il pericoloso ritorno dei culti estremi, come il satanismo. Le sette tornano a fare cifre preoccupanti in Italia, reclutando sempre di più nuovi adepti soprattutto tra i giovani, anche tra i ceti sociali medio-alti. A parlare di fenomeno in crescita è l’Associazione Papa Giovanni XXIII, guidata da Don Aldo Bonaiuto e supportata dalla stessa Squadra Anti-sette della polizia.

Dall’inizio dell’anno, l’associazione ha già ricevuto oltre 1.400 richieste di aiuto o informazioni (rispetto alle 851 del 2017), con una prevalenza di contatti dal Nord Italia (39%), seguito dal Centro (32%) e dal Sud (29%). Secondo i dati, diffusi in occasione del convegno “La trappola delle sette”, organizzato a Roma, dalla Lumsa e dal Consorzio Universitario Humanitas in collaborazione con la polizia, le psicosette, con il 41%, sono quelle più diffuse.

Ma ci sono anche i gruppi che praticano culti estremi come satanismo e spiritismo (30%), le sette magico esoteriche (16%) e quelle pseudo-religiose (13%). Aumentano le vittime appartenenti ad un ceto sociale medio oppure alto, per il 55% uomini.

Tra le categorie più a ‘rischio adescamento’ ci sono i giovani (35%), mentre i problemi di salute sono tra le cause più frequenti per cui ci si rivolge a maghi o santoni. “Tanto facile da crederci, quanto difficile venirne fuori”: parola di una delle vittime, ex adepta di una setta macrobiotica, che si era ridotta a pesare 35 chili con la promessa di ottenere la guarigione del fratello dall’Hiv.

Per lei, seguire le indicazioni della setta costava diecimila euro ogni anno e l’obbligo era quello di lavorare gratuitamente a tempo pieno, dalle 7 alle 22, nei ristoranti dell’organizzazione. E durante gli incontri le donne che facevano parte della setta erano costrette a subire dei massaggi da parte del guru. Vicende che stridono anche con alcuni vuoti normativi.

Nel codice penale “manca un reato che vada ad individuare il concetto di setta abusante”, spiega il capo della Direzione Centrale Anticrimine, Vittorio Rizzi. Sul fenomeno è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il quale i responsabili degli adescamenti nelle sette che compiono reati, “vanno arrestati ma anche curati. Il carcere non basta”.

Sul piano sociale, invece, “bisogna rimettere al centro il valore della famiglia”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)