In Cina stretta su baby-giocatori, videogiochi solo un’ora al giorno

Mani di ragazzi con controllo remoto di viedeogiochi
In Cina stretta su baby-giocatori, videocgiochi un'ora al giorno

ROMA. – Stretta del colosso cinese Tencent sull’uso dei giochi per i più giovani. Ai minori di 12 anni sarà concessa solo un’ora al giorno, fino a 18 anni la piattaforma permetterà di giocare fino a due ore. Una scelta forte, considerata anche la verifica dell’identità dei baby-giocatori che avverrà attraverso la scansione dei documenti d’identità.

Un ulteriore monitoraggio in un paese dove è già diffusa la videosorveglianza che però fa emergere sempre di più il tema dei minori in rete. E’ di pochi giorni fa, ad esempio, il dibattito tutto italiano esploso dopo un tweet dell’ex ministro Calenda che sosteneva che i ragazzi vanno “salvati dai videogiochi”.

Tencent è un colosso cinese che controlla app popolari come Wechat, il servizio di messaggistica simile a WhatsApp che conta 1 miliardo di utenti, ma ha anche in mano una fetta cospicua del settore games. Vanta un parterre di 600mila giocatori in Cina ed ha lanciato hit come League of Legends e Clash of Clans. Ha deciso di applicare restrizioni agli adolescenti per 10 giochi da smartphone entro l’anno e a tutti i propri titoli nel giro del 2019.

“La protezione dei minori è importante e riguarda l’intera società. Tencent ha un alto livello di responsabilità e di obblighi in questo senso”, ha spiegato un portavoce al Wall Street Journal. In realtà l’azienda risponde anche a rilievi dei media governativi sulla dipendenza e i contenuti violenti dei giochi. Il sistema di verifica è stato già implementato a settembre su Honor of Kings, gioco per dispositivi mobili diventato così popolare – sottolinea il Wsj – da sottrarre tempo ai compiti a casa.

Dopo essersi registrati con la carta d’identità, verificabile anche dal database delle forze dell’ordine, i giocatori sotto i 12 anni, che sulle piattaforme social non sono affatto ammessi, hanno a disposizione un’ora di gioco al giorno con una sorta di coprifuoco dalle 9 di sera e fino alle 8 del mattino dopo. I giocatori dai 13 ai 18 anni hanno invece il permesso di giocare due ore al giorno. La società lo ha definito un “sistema sanitario” e si è impegnata ad applicare in futuro tecnologie all’avanguardia per proteggere i giovani.

Anche la Corea del Sud ha un sistema restrittivo sui giochi anche se gli adolescenti, con la stessa modalità usata per i social media, possono potenzialmente dribblarlo utilizzando gli smartphone dei genitori. La protezione dei giovani in rete è un tema su cui stanno lavorando diversi big della tecnologia e su cui il Gdpr, la nuova normativa europea sulla privacy entrata in vigore a fine maggio scorso, ha già messo dei paletti.

E Instagram, molto popolare tra i giovanissimi, sta lavorando ad una versione per le scuole delle Storie, una modalità di racconto molto usata dagli adolescenti. Le immagini e i testi sarebbero pubblicabili e visibili solo dagli studenti di una determinata scuola e per evitare atti di bullismo ai danni di bambini e ragazzi sono previsti dei moderatori in carne e ossa.

(di Titti Santamato/ANSA)