Tap avvia lavori a terra, attivisti provano a opporsi

Il M5s mostra un manifesto contro il gasdotto Tap.
Tap, come i 5 Stelle si sono rimangiati la promessa di fermare il gasdotto. Foto Valigia Blu)

MELENDUGNO (LECCE). – Hanno lanciato un messaggio di “massima allerta” sul web gli attivisti ‘No Tap’ che in nottata hanno tentato di opporsi all’avvio “a sorpresa” dei lavori nell’area in cui sarà realizzato il terminale di ricezione (Prt) dell’opera che dall’Azerbaijan porterà dieci miliardi di metri cubi di metano l’anno in Europa, approdando sulla spiaggia di San Foca, a Melendugno, tra le proteste di comunità e istituzioni locali.

Nonostante i momenti di tensione con le forze dell’Ordine quando circa 50 ‘No Tap’, tra cui molte donne, hanno cercato di fermare i camion scortati dalla polizia, la situazione non è sfociata in scontri e i mezzi della multinazionale hanno raggiunto l’area del cantiere in località Masseria del Capitano, sulla strada Melendugno-Calimera, per scaricare le barriere Jersey e le reti che servono a recintare l’area.

“Chi lavora per la Tap – hanno scritto su Fb gli attivisti che si oppongono all’opera – non perde le sue cattive abitudini e lavora di notte per cercare di scappare all’occhio vigile della popolazione. Ma noi saremo sempre lì, a qualsiasi ora, anche sotto la pioggia”.

Dalla parte dei cittadini anti gasdotto, per tutta la giornata, ci sono state le condizioni meteo: la pioggia, che ha creato diverse zone fangose interrompendo la marcia dei camion, di tanto in tanto ha lasciato il posto al sole facendo sì che i lavori procedessero a intermittenza.

Nonostante la ripresa delle attività da parte di Tap, gli attivisti si sono poi limitati a presidiare l’area scattando fotografie, dividendosi tra la zona del cantiere a terra e quella sulla spiaggia di San Foca: qui, a circa mezzo miglio dalla costa, la nave Adhémar De Saint Venant, ribattezzata “il mostro” dai ‘No Tap’, ha cominciato a costruire sott’acqua il cosiddetto ‘palancolato’. Si tratta di una barriera che separa l’area di scavo del microtunnel sottomarino, in cui verrà inserito il gasdotto, dalla zona in cui ci sono le piante acquatiche di Cymodocea.

Intanto, la famiglia dell’ex sindaco di Melendugno, Vittorio Potì, ha annunciato che querelerà per diffamazione il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. La famiglia ritiene infatti offensive alla memoria del proprio congiunto le dichiarazioni rese dal ministro pentastellato in due occasioni in cui Lezzi avrebbe ipotizzato interessi da parte di Vittorio Potì per far arrivare il gasdotto a Melendugno. “Non c’é un solo atto, una sola delibera che comprovi quanto dice”, ha evidenziato Marco Potì, nipote di Vittorio e attuale sindaco di Melendugno, contrario all’approdo di Tap.

(di Vincenzo Chiumarulo/ANSA)