Trump teme l’ondata dem, tour de force in otto Stati

Bottoni elezioni Usa 2018. Voto
Elezioni Midterm Usa.

WASHINGTON. – La notte di Halloween spaventa Donald Trump e i repubblicani. A sei giorni dalle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti le possibilità che il partito conservatore mantenga la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti sono decisamente in calo: solo tra il 14% e il 22%, secondo i calcoli del mago dei sondaggi, Nate Silver, l’ex del New York Times divenuto famoso per aver azzeccato in anticipo la vittoria di Barack Obama nel 2008.

I numeri di Silver sono più o meno confermati dalle rilevazioni di tutti principali media e siti specializzati. E il presidente americano, che comincia davvero a preoccuparsi per la temuta ‘blue wave’, l’onda blu democratica, si lancia anima e corpo nel rush finale della campagna elettorale, con un tour de force che da qui all’Election Day di martedì 6 novembre lo porterà a fare ben 11 comizi in otto stati.

Undici blitz in cui spingerà l’acceleratore sui temi a lui più congeniali: dal pugno duro contro l’immigrazione al boom dell’economia. Cercando di evitare che i gravi episodi dei pacchi bomba e della strage di Pittsburgh si trasformino in un boomerang sulle sue aspirazioni. Il tycoon batterà quindi a tappeto molte di quelle circoscrizioni in cui il risultato del voto per la Camera rimane ancora in bilico.

Sono in tutto 99 su 435 i cosiddetti ‘battleground’, un numero elevato rispetto alle ultime elezioni di midterm del 2014 quando a una settimana dalle urne le sfide più incerte erano 44. A seconda degli scenari i democratici avrebbero però un vantaggio quasi incolmabile per riconquistare la Camera bassa, con le chance che vanno dal 78% all’85%, e con 350 candidati che sono attesi fare meglio del previsto in circoscrizioni elettorali di solito appannaggio dei repubblicani.

Situazione esattamente opposta al Senato, dove ai dem per la maggioranza serve solo un miracolo. Se i repubblicani dovessero perdere la Camera sarebbe un brutto colpo per l’inquilino della Casa Bianca, costretto a governare la seconda parte del mandato senza il sostegno di uno dei due rami del Parlamento, con l’impossibilità di attuare in pieno la sua agenda. E con lo spettro di un pressing più deciso sul fronte del Russiagate.

Per questo nel rush finale della campagna elettorale Trump girerà i quattro angoli del Paese cercando di dare la spinta finale a quei candidati repubblicani che dal Texas alla Florida passando per la Georgia non possono permettersi di perdere la gara.

Intanto in quelle che si preannunciano come le elezioni di medio termine più costose della storia americana, con 4,7 miliardi di dollari già spesi e i 5,2 miliardi previsti al 6 novembre, un altro record sembra a portata di mano: quello sull’affluenza. Le ultime stime parlano infatti di 20 milioni di americani che hanno già espresso le loro preferenze con il sistema del voto anticipato. Più donne che uomini, un altro dato che fa ben sperare i democratici che ora cominciano a crederci davvero: “Vinceremo”, assicura la leader dem alla Camera Nancy Pelosi, incurante della scaramanzia.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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