Sempre alta tensione Spread. Piazza Affari in rosso

Segnale di Divieto d'accesso sulla Piazza degli Affari. Orso
Piazza degli Affari: lo spettro del bear market

MILANO. – Resta alta la tensione sullo spread tra Btp e Bund tedeschi, nonostante il ripiegamento odierno a quota 309 dopo un’impennata a 318. Un picco che ha portato sui livelli minimi dall’ottobre del 2009 il differenziale tra lo spread italiano e quello Greco, sceso oggi fino a 63 punti, per poi tornare a livelli più normali sopra quota 80 punti.

Sullo sfondo ha influito oggi la minaccia di un taglio al rating italiano da parte di S&P, il cui pronunciamento è atteso in serata, dopo la chiusura di Wall Street, con il rischio che l’Agenzia possa indicare una prospettiva negativa. Quest’ultimo sarebbe il vero macigno, dopo lo scampato pericolo di venerdì scorso, quando Moody’s ha declassato il debito del Paese a Baa3, ma ha mantenuto l’outlook stabile.

Lo spettro di S&P ha tenuto ancora alta la tensione sulle banche italiane, le più esposte per la quota di titoli di Stato nei loro portafogli. In particolare hanno sofferto Azimut (-3,69%), Fineco (-3,07%), Mediobanca (-2,7%), Ubi (-2,44%), Banco Bpm (-1,94%), Unicredit (-1,4%) e Intesa (-0,79%), che ha tentato una risalita nel finale. In controtendenza Mps (+0,82%), invariata Carige.

Ma la giornata è stata difficile per tutta Europa, che, a parte Madrid (-0,62%), ha fatto peggio di Milano. Uno spiraglio si è aperto a metà seduta dopo una mattinata difficile, quando il Pil trimestrale Usa è risultato migliore delle stime (+3,5% in luogo di 3,3%). Un’illusione durata poco, quando l’avvio pesante di Wall Street ha fatto capire dove tiravano i mercati, per colpa anche dei conti di Amazon, arrivata a cedere oltre l’8%. Un segnale interpretato come una arretramento, in vista delle prossime festività natalizie, proprio sui consumi.

Oltre a quella del colosso Usa del commercio elettronico sono state altre le trimestrali che hanno deluso gli analisti, contribuendo a scurire l’umore dei mercati fino a scatenare una vera e propria ondata di vendite. La principale è stata quella del gigante francese degli autoricambi Valeo (-21%), che gli analisti di Citi hanno definito “peggiore di quello che temevamo”.

Non ha fatto meglio il produttore spagnolo di pellicole per conservare i cibi Viscofan (-19,5%), ma c’è anche chi ha stupito gli analisti come la società d’ingegneria Altran Technology (+15,4% a Parigi) ed Eni (+1,07%) che ha rassicurato il mercato grazie alla corsa del greggio.

(di Paolo Verdura/ANSA)