Il mondo celebra la pasta, un piatto su quattro parla italiano

Una coppia mangiando un piatto di pasta
Dagli endocrinologi indicazioni per un bel piatto senza rimorsi (ANSA)

ROMA. – Il mondo celebra la pasta. Una passione che non ha confini e che in 200 Paesi vede scelta, in un caso su quattro, una produzione italiana. C’è poi un formato che mette d’accordo tutti, su scala globale: gli spaghetti. E’ quanto sottolinea Aidepi, l’Associazione delle industrie del Dolce e della Pasta Italiane, promotore del World Pasta Day, che si celebra il 25 ottobre a Dubai, insieme all’Ipo, International Pasta Organisation.

L’edizione 2018 mette in luce un trend positivo dell’export che continua a crescere nei primi 7 mesi dell’anno. In Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti, prime 4 destinazioni dell’export di pasta, la crescita media è dell’8%, con punte dell’11% in Francia. Exploit in particolare in Russia dove la percentuale schizza a +72,5%, per un totale di 20mila tonnellate, vicina alla quota dell’export totale del 2017 di 23mila tonnellate. E il Cremlino annuncia che, nel corso dell’incontro fra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, è stato sottoscritto un consistente pacchetto di contratti commerciali. Barilla intende inoltre aprire uno stabilimento per produrre pasta nella regione di Mosca.

La pastasciutta in Italia evoca la tradizione, ma guardando tra gli scaffali colpisce l’innovazione di un comparto dalle solide radici che sembra saper rispondere all’esigenze di benessere e salute dei moderni stili alimentari. “In un mercato sempre più competitivo – afferma il segretario generale dei pastai di Aidepi, Luigi Cristiano Laurenza – possiamo vincere solo puntando sulla qualità e sull’innovazione”.

Non è un caso che le varianti di pasta bio, senza glutine, kamut, farro o con semole speciali siano cresciute del 12%, con punte del 18% nel caso della pasta integrale nei consumi interni. L’Aidepi ricorda che l’Italia è leader con 23 kg procapite l’anno; la mangia il 99% della popolazione in media circa 5 volte a settimana, per il 46% è l’alimento preferito per ragioni di gusto o di salute.

A dar man forte a chi non è in guerra coi carboidrati l’endocrinologa e nutrizionista Serena Missori che dà via libera ai maccheroni, soprattutto se di farina integrale e al dente, perché non è vero che facciano ingrassare, mentre è certo l’appagamento, il sonno più tranquillo e la felicità a tavola. Chi è a dieta, spiega, può saltare la pasta in padella con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva, e aglio che aiuta il corpo ad abbattere i depositi grassi e peperoncino, che aumenta il metabolismo.

Salta anche il tabù che limitava la pasta la sera: a cena fa bene, sottolinea la nutrizionista, rilassa e aiuta a dimagrire. A condire la pasta, ora più che mai, è la qualità. Syngenta ha presentato un decalogo che goderne, in una porzione ideale di 80 grammi, come alleato della salute. La pasta di qualità, precisa la multinazionale, da cruda deve avere un colore giallo dorato che rimanda a quello del grano. Da cotta, nervosa, e resistente al taglio dei denti e capace di tenere la cottura.

A Milano in corso sfide tra 18 chef al ‘Pasta World Championship’ promosso da Barilla per rendere omaggio alla protagonista di una dieta mediterranea sana e appetitosa.

(di Alessandra Moneti/ANSA)