In Champions un’altra Roma, Dzeko-show e ora è prima

Edin Dzeko festeggiato dai compagni di squadra dopo il secondo gol contro il CSKA. Roma
Edin Dzeko festeggiato dai compagni di squadra dopo il secondo gol contro il CSKA. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – La Roma in campionato è una squadra fin troppo abbordabile, molle, che arranca e dunque delude; in Champions, invece, è un rullo compressore: diverte, segna e vince. Ne sa qualcosa anche il Cska Mosca, cecchino del Real Madrid qualche settimana addietro, travolto all’Olimpico da De Rossi e compagni, che calano un magnifico 3-0 Implacabile e a tratti spumeggiante, la squadra allenata da Eusebio Di Francesco, nelle ultime due stagioni, in casa ha inanellato solo vittorie nel massimo torneo europeo: zero sconfitte e un pareggio (con l’Atletico Madrid). Ma non solo: ha sfoggiato un bomber di razza come Edin Dzeko, capace di abbellire 150 partite in giallorosso con 80 reti (alcune delle quali davvero molto belle).

Una Roma grandi numeri e grandi firme, molto attenta e concentrata, si regala una notte brillante, buona per gonfiare i cuori dei tifosi se in questa stagione non avessero fatto l’abitudine agli alti e bassi che tormentano Di Francesco. Ma per stasera la Roma si regala il primato nel Girone G di Champions a braccetto con il Real Madrid, che ha sconfitto il Viktoria Plzen.

Mentre da fuori l’Olimpico arrivano gli echi del terribile incidente sulla scala mobile che coinvolge tifosi russi e vicino allo stadio scontri tra gli ultrà portano all’accoltellamento di un moscovita, dentro lo stadio Di Francesco nel riscaldamento perde Kluivert e sceglie El Shaarawy, che sarà protagonista – non per caso – della tiepida serata giallorossa.

L’inizio della Roma, Kluivert a parte, è da brividi e Chalov impiega solo 180 secondi per togliere il respiro a un intero stadio, con una conclusione che Olsen mette in angolo con un balzo felino, da applausi. In tanti ricordano l’impresa del Cska Mosca contro il Real Madrid, a cominciare dagli stessi giallorossi; così, all’assalto a Forte Apache, si preferisce un ritmo piuttosto basso. L’attesa, contro avversari potenzialmente pericolosi, è buona consigliera. Lorenzo Pellegrini al 5′ si ritrova il pallone fra i piedi e la porta quasi spalancata, ma cerca un pallonetto troppo astruso quanto inefficace che si perde oltre sul fondo.

La Roma fraseggia e aspetta il momento opportuno per colpire: lo trova alla mezz’ora esatta, con Dzeko, che chiude una triangolazione fra Lorenzo Pellegrini ed El Shaarawy, insaccando da pochi passi. E’ il quarto gol del bosniaco in Champions. Al 43′, dopo un’altra parata di Olsen e un paio di chiusure formidabili di Manolas – un vero e proprio muro invalicabile – arriva anche il quinto delle serie: questa volta sugli sviluppi di un’azione alla mano di stampo rugbistico, che vede impegnati De Rossi, Under e, ancora una volta, El Shaarawy. Il destro di Dzeko è chirurgico, con il pallone che s’insacca nell’angolo basso alla destra di Pomazun, sfortunato sostituto dello squalificato Akinfeev.

La Roma apre il secondo tempo come aveva chiuso il primo: cioè, in avanti. Al 5′ è Under a chiudere la partita, con un sinistro al volo su sponda di testa di Dzeko. C’e’ anche una fucilata di Florenzi sfiora l’incrocio, negando al talento fatto in casa il gol dell’anno. Da quel momento comincia la gestione della partita da parte dei giallorossi che, quando possono, allungano e sfiorano il gol. Che invece segna Nababkin, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Nel finale c’è solo il tempo per un miracolo di Pomazun con l’aiuto del palo, su stoccata di Manolas. Il poker avrebbe assunto i contorni di uno show, ma va bene così.

(di Adolfo Fantaccini/ANSA)