Imprenditori Under40: “La manovra dimentica i giovani”

Giovani imprenditori
Giovani imprenditori

CAPRI (NAPOLI). – Se i giovani devono fare le spese di una manovra che li dimentica, non è questo un Paese che guarda al futuro. Il messaggio che arriva dalla platea del convegno annuale di Capri, che chiama a raccolta i Giovani di Confindustria, si può sintetizzare in questo refrain.

Gli imprenditori under40 criticano le misure cardine della manovra giallo-verde, la riforma delle pensioni con quota 100 ed il reddito di cittadinanza che inquadrano in una forma di assistenzialismo, e chiedono piuttosto un reddito di sviluppo, più competitività e soprattutto una spinta vera al lavoro e all’impresa. Mettendo in campo, ad esempio, sgravi totali per le assunzioni degli under30.

“La parola giovani è stata cancellata dalla manovra. Una grande delusione”, dice Susanna Moccia, vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria con delega sul made in Italy. Napoletana, la sua azienda fa pasta di Gragnano.

“Abbiamo bisogno di giovani preparati, di competenze e di investimenti sulla formazione. Ma nella manovra c’è poco per i giovani, poco per spingere l’occupazione e per fare impresa, mentre i costi delle pensioni ricadranno su di loro”. La sua ricetta, invece, “formazione, dialogo tra istituzioni e impresa e scuola: sono la triade giusta”, aggiunge, chiedendo più “lungimiranza” sulla crescita, anche dello stesso made in Italy.

Nel nostro Paese “c’è un’alta disoccupazione, un gap tra domanda e offerta, che bisogna cominciare ad affrontare e a colmare. Bisogna pensare ai giovani, facendo sviluppo, investimenti e quindi crescita”, rimarca Lara Botta, imprenditrice di Milano nel settore delle scatole da imballaggio, vicepresidente dei Giovani di Confindustria con delega sulle politiche di genere.

Invece che “pagare dei debiti di cui non avranno beneficio, di fare le spese della manovra, ai giovani serve la possibilità di costruire il proprio futuro, di avere un lavoro o di mettersi in proprio”, dice rivendicando un reddito di sviluppo piuttosto che di cittadinanza. Con le uscite per pensione, aggiunge, “non è peraltro automatico che a fronte di uno che esce ci sia uno che entra”.

Sulla stessa linea Lia Correzzola, presidente dei Giovani di Pordenone, con un’azienda di famiglia attiva nell’automazione industriale ed una startup che si occupa di criptovalute e blockchain: “Non ci si può limitare al reddito di cittadinanza. Industria 4.0 è stata la prima politica industriale italiana di questi anni, le aziende avevano iniziato a reinvestire in macchinari e competenze, sarebbe stato sensato rafforzarla e non interromperla. Le aziende hanno bisogno di stabilità e di un clima di fiducia, Siamo abituati ad essere pragmatici, basta proclami e battibecchi. Delusi? Sì”, risponde.

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