Via il maiale, sì cous cous: guerra sul menù a scuola

Una mensa scolastica: bambini con posate in mano di fronte ai piatti. Menù
Una mensa scolastica in una immagine di archivio ANSA

MILANO.- Dall’8 ottobre nelle scuole di Peschiera Borromeo, dal nido alla materna, c’è un nuovo menu. Un menu che ha scatenato le polemiche per la presenza del cous cous e l’assenza del maiale, prosciutto compreso. Sull’argomento si sono fatti sentire esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia, come gli assessori regionali all’ Agricoltura Fabio Rolfi e alla Sicurezza Riccardo De Corato.

E in un clima teso anche per il caso-mensa di Lodi, dove per il nuovo regolamento comunale circa 200 bambini stranieri non hanno più agevolazioni in mensa, è diventato anche un caso nazionale. La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha parlato di follia perché “viene eliminato il maiale per fare posto al cous-cous, alimento tipico nordafricano. Ora sono i figli degli italiani a doversi adeguare alle esigenze alimentari di chi dovrebbe integrarsi?”, si è chiesta.

La risposta del sindaco di Peschiera Caterina Molinari, eletta con una lista civica, è arrivata via Facebook. In un lungo post ha bollato la polemica politica come “assurda, perché ha scomodato ex onorevoli, assessori e consiglieri regionali che hanno fatto esercizio di dichiarazioni prive di alcun fondamento. Incredibile, perché si è usata la buona fede e le preoccupazioni dei genitori per creare un caso sociale senza precedenti”.

“Il menu proposto -prosegue la sindaca- è equilibrato e adatto anche a dei bambini, e certamente sa che non strizza l’occhio all’Islam, come invece strumentalmente è stato dichiarato da qualche politico a corto di contenuti”. In sintesi: il cous cous è previsto solo un giorno su 20 e il menù ha avuto l’ok dell’Ats (l’ex Asl).

“Nelle nostre scuole – ha assicurato – non si mangia né italiano, né etnico, né vegano. Nelle nostre scuole si mangia sano ed equilibrato, si insegna ai bambini anche attraverso l’alimentazione ad essere uomini e donne preparati ad affrontare il mondo. Soprattutto, nella nostra città non si fa politica sulla pelle dei nostri bambini e sulle preoccupazioni dei loro genitori. Preoccupazioni lecite e legittime, che troveranno ascolto nelle sedi opportune”. E sempre “nelle sedi opportune – ha aggiunto – ci occuperemo di segnalare chi, senza alcun riguardo per il diritto dei bambini a non essere coinvolti in ridicole bagarre politiche, pensa di poter diffamare il nome della nostra città senza conseguenze”.

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