Sindacati e Confindustria uniti, cambiate il Decreto Genova

Operai al lavoro sui binari della ferrovia danneggiati dal crollo di Ponte Morandi. Sfollati
Operai al lavoro sui binari della ferrovia danneggiati dal crollo di Ponte Morandi. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Le felpe della Fiom e le cravatte di Confindustria insieme in piazza per chiedere “una modifica del Decreto Genova”. E’ l’immagine ‘simbolo’ del presidio organizzato da sindacati e imprenditori davanti alla Prefettura di Genova per chiedere al Governo misure concrete a sostegno della città dopo il crollo del ponte Morandi.

“Abbiamo posizioni comuni più di quello che appare o che si racconta. Il fatto che tutte le categorie siano in piazza dimostra quanto la situazione è seria”, commenta il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini.

Due le priorità indicate dalla piazza: da un lato Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme sui 45 milioni di euro che “mancano” per garantire la cassa integrazione in deroga ‘retroattiva’ ai circa 2.500 lavoratori senza ammortizzatori sociali delle piccole-medie aziende genovesi colpite direttamente dal crollo del ponte Morandi a partire dal 14 agosto scorso per almeno tutto il 2019.

“L’Inps sblocchi immediatamente le risorse”, chiede il segretario regionale della Cgil Federico Vesigna. Dall’altro Confindustria Genova “prima dei risarcimenti alle aziende danneggiate” chiede al Governo di “garantire tempi certi per la ricostruzione e per le infrastrutture indispensabili a togliere dall’isolamento Genova”, in primis Gronda autostradale di Ponente e Terzo Valico ferroviario.

Secondo Mondini “l’articolo 1 del Decreto Genova assegna solo poteri al commissario per la ricostruzione del ponte Morandi, ma non è coerente con gli obiettivi dati dal Governo. Non è possibile realizzare un ponte in 12-15 mesi con l’attuale formulazione del decreto”.

Le ricadute sull’economia ligure sono ingenti e ancora in larga misura da calcolare, Confindustria si è presa l’impegno di divulgare prima della conversione in legge del decreto “quanto costerà al Paese ogni mese di ritardo nella ricostruzione del ponte”. Nel frattempo le ricadute sulla salute dei genovesi cominciano a farsi sentire: “La settimana scorsa a Genova c’erano 70 poliziotti municipali in malattia a causa delle esalazioni dei fumi del traffico a seguito del crollo del ponte Morandi”, denuncia il segretario regionale della Uil Mario Ghini.

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