Brasile domenica alle urne sotto il segno di Bolsonaro

Manifestanteen la calle a favor de Bolsonaro.
Bolsonaro: ex militar de extrema derecha superfavorido para el balotaje

SAN PAOLO. – Jair Bolsonaro, il candidato di estrema destra, domina la scena alla vigilia del primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile di domenica: è il chiaro favorito secondo i sondaggi, con oltre 10 punti di vantaggio su Fernando Haddad, delfino di Inacio Lula da Silva.

Sono poco più di 147 milioni i brasiliani chiamati alle urne per eleggere non solo il capo dello Stato, ma anche i governatori di 27 entità federali e quasi 1600 legislatori federali e statali. Tuttavia, è il duello per la presidenza – segnato da una polarizzazione senza precedenti – che concentra l’attenzione degli analisti e dell’opinione pubblica.

Le elezioni di domenica, infatti, presentano molte caratteristiche inedite. Anzitutto, i due leader più popolari nel paese non hanno potuto partecipare alla campagna: Lula, perché la sua candidatura è stata bocciata a causa della sua condanna per corruzione; e Bolsonaro, perché è stato accoltellato all’addome lo scorso 6 settembre, durante un appuntamento elettorale.

Con l’eliminazione di Lula – che i sondaggi davano ben sopra al 40% – la candidatura del Partito dei Lavoratori (Pt) è passata a Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo ed ex ministro dello stesso Lula. Dopo aver registrato la più alta crescita nei sondaggi in due settimane, Haddad si è fermato intorno al 22%, chiaramente staccato da Bolsonaro, che ha raggiunto il 35% nelle ultime inchieste demoscopiche.

Un’altra caratteristica senza precedenti di queste elezioni è che le intenzioni di voto ottenute dai due candidati più popolari risultano inferiori alla loro percentuale di rifiuto, cioè al numero di elettori che dicono che non voteranno mai per loro. Tanto Bolsonaro quanto Haddad hanno tassi di rifiuto superiori al 40%, il che significa che nei due casi sono più numerosi gli elettori che vogliono vederli sconfitti che quelli che li vogliono presidenti.

La polarizzazione Bolsonaro-Haddad, inoltre, ha avuto un effetto devastante per le forze politiche e i candidati più centristi. Il caso più clamoroso è quello dell’ambientalista Marina Silva, che ha perso due terzi dei suoi potenziali voti in meno di un mese, sprofondando al 4%. Ma anche Geraldo Alckmin (centrodestra), partito come uno dei possibili favoriti, non è riuscito a decollare al di sopra del 9-10%.

Un altro aspetto svelato dai sondaggi è che anche se Haddad sarà con ogni probabilità lo sfidante di Bolsonaro al ballottaggio – previsto per il 28 ottobre – non è però il candidato con migliori possibilità di imporsi al secondo turno. L’ultima inchiesta Datafolha, infatti, conferma che l’erede di Lula resta in pareggio virtuale con il candidato di estrema destra, mentre l’unico che ha i numeri per battere Bolsonaro in uno scontro diretto resta Ciro Gomes (centrosinistra), che però ora è fermo all’11%.

Queste cifre permettono di prevedere che il secondo turno – dato per certo dagli analisti – sarà una sorta di gioco della torre elettorale, nel quale si affronteranno gli elettori che vedono Bolsonaro come un pericolo per la democrazia e quelli che sono pronti ad appoggiare qualsiasi candidato che si opponga al Pt, che ha governato il Brasile dal 2002 fino all’impeachment di Dilma Rousseff, nell’agosto del 2016.

(di Javier Fernandez/ANSA)

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