Ue: “Occhi puntati sui numeri, le regole non si cambiano”

Pierre Moscovici, commissario europeo per l'Economia e Finanza.
Pierre Moscovici, commissario europeo per l'Economia e Finanza. ANSA/OLIVIER HOSLET

BRUXELLES. – La Commissione europea guarda ai nuovi annunci che vengono dall’Italia, ma non si muove dalla sua posizione. La trattativa è in stand by. La linea, per ora, è di aspettare che arrivino i numeri: deficit nominale e strutturale, Pil e debito. L’aspettativa è che arrivino presto, nero su bianco, nella lettera che il Tesoro deve inviare alla Ue, come prevede la legge italiana, che anticipa l’invio della bozza di legge di stabilità a metà ottobre.

La revisione italiana degli obiettivi 2020-2021 non modifica la partita: “Non è rilevante ai fini del giudizio sulla manovra 2019”, spiegano fonti comunitarie. Bruxelles aveva già fatto una mossa lunedì a Lussemburgo, informando il ministro Tria delle serie preoccupazioni dell’Europa sulla deviazione significativa dell’Italia dal percorso concordato.

Un terreno pericoloso non solo per il Paese ma per tutta la zona euro che rischia di trovarsi coinvolta in una tempesta finanziaria. Il francese Le Maire l’ha ricordato anche oggi che l’Italia è “osservata da tutti”. E per la Commissione ridurre il deficit nel 2020 e 2021 non è una soluzione, ma più una mossa per rassicurare i mercati.

Il problema resta il 2019 e quello sforamento nei conti che già esiste, se non si riesce a correggere con l’aggiustamento strutturale di 0,1% chiesto dalla Ue l’anno scorso, rinviato a quest’anno dal Governo Gentiloni, e a data da destinarsi dall’attuale esecutivo Conte. Senza l’aggiustamento, il debito non scenderà ad un ritmo considerato sufficiente dalle regole. Anzi, il timore della Ue è che il debito aumenti, perché le stime di crescita, come già teme Confindustria, potrebbero essere troppo ottimistiche.

Del resto, da sempre le stime del Pil fatte dalla Commissione europea sono più conservative di quelle dei governi, e sono quelle che contano ai fini del giudizio sui conti. Le prossime arrivano l’8 novembre, e daranno una prima idea dell’impatto delle misure secondo la Ue. Fino ad allora, però, il viaggio è ancora lungo: dopo la lettera con i numeri aggiornati del Def, la Commissione ricomincerà la trattativa sul deficit, sperando che l’Italia inserisca un segnale di buona volontà in manovra.

La bozza dovrebbe arrivare alla Ue entro il 15, ma è plausibile che, se la trattativa proseguirà, sarà lo stesso premier Conte a chiuderla al vertice europeo del 17 e 18 ottobre a Bruxelles. Dopo la consegna ufficiale, la Ue può avviare un primo scambio informale lettere con il Governo, chiedendo modifiche per evitare che si arrivi ad un rigetto formale.

Se i suoi appelli cadranno nel vuoto, entro due settimane può bocciarla e chiederne una nuova. La tempistica è, però, quantomai rischiosa sui mercati, perché si intreccia con il giudizio di Standard&Poor’s in arrivo il 26 ottobre.

(di Chiara De Felice/ANSA)