Salvini: “Non temo rilievi del Colle sul Decreto”

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, mostrano la prima pagina del decreto legge.
Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, mostrano la prima pagina del decreto legge.

ROMA. – Il decreto non è ancora arrivato sulla scrivania del Quirinale, ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ostenta serenità: “non penso proprio”, dice, che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella possa mettersi di traverso. Un’inattesa apertura al provvedimento arriva da Bruxelles, che vi riscontra “punti positivi”. Critico invece l’ex titolare del Viminale, Marco Minniti, che parla di “decreto insicurezza”. Mentre l’Unhcr invierà osservazioni tecniche al Governo e ribadisce che la legge dovrà essere “conforme agli obblighi ed ai principi” della Convenzione di Ginevra, “in primo luogo il principio di non respingimento”.

Domani sarà probabilmente la volta buona dopo rinvii e slittamenti. Era stato lo stesso Salvini, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, a legare la sorte del suo dl a quello su Genova, approvato “salvo intese” lo scorso 13 settembre, ma di cui poi si sono perse le tracce. “Per una questione di rispetto”, aveva spiegato, “il decreto migranti sarà inviato al Quirinale un’ora dopo” quello sulle misure relative al crollo del ponte Morandi.

Sul testo Salvini, a quanto si apprende, ci sono stati ancora confronti col ministero dell’Economia per la clausola di copertura finanziaria. Ma, riferiscono fonti dal Viminale, non ci sarebbero problemi, è solo una questione di scrittura più accurata del testo. Sui punti controversi (dalla revoca della cittadinanza alla sospensione della domanda di asilo dopo una condanna in primo grado) ci sono state mediazioni e contatti tra gli uffici legislativi di Viminale, Giustizia, Palazzo Chigi e Quirinale e la formulazione finale soddisfa il ministro.

Che non teme ‘respingimenti’ dal Colle nè i rilievi della Consulta in seguito ai numerosi ricorsi che prevedibilmente ci saranno una volta che le nuove regole entreranno in vigore. “Abbiamo ascoltato tutti, coinvolto tutti, associazioni, sindaci, parlamentari, avvocati, giuristi”, sottolinea Salvini.

E anche il guardasigilli Alfonso Bonafede parla di “norma equilibrata”. Se ci sarà la firma di Mattarella – che attende di leggere il testo con molta attenzione – il dl inizierà il suo iter parlamentare dal Senato. L’intenzione del Governo e della Lega in primis, principale sponsor del provvedimento, è far sì che il decreto arrivi, in tempi relativamente rapidi, blindato alla Camera, dove il rischio ostruzionismo è più alto e dove, inoltre, è ben più folta la pattuglia di pentastellati che sulla misura hanno manifestato più di un malumore.

In attesa di vedere il testo definitivo, fonti Ue indicano i punti positivi del pacchetto, che viene giudicato ad un primo esame “non una cattiva mossa”: l’estensione del periodo di detenzione, l’accorciamento dei tempi procedurali ed il fatto che il rifiuto della richiesta d’asilo sia contestuale all’ordine di espulsione.

Soddisfatto Salvini: “una volta tanto – osserva – a Bruxelles, invece di dire no con pregiudizio a qualcosa che arriva dall’Italia, dalla Polonia, dall’Austria o dall’Ungheria, evidentemente hanno letto e hanno capito che si tratta di maggior sicurezza”.

Critica, invece l’opposizione. Minniti (Pd) individua due cose “particolarmente gravi: la cancellazione dei permessi umanitari ed il depotenziamento dello Sprar: così si producono marginalità e clandestinità, che spesso portano a un aumento della propensione a delinquere”.

Anche l’Anci è preoccupata. I migranti che oggi hanno una protezione umanitaria, rileva il presidente Antonio Decaro, “la perderanno e non saranno rimpatriati, quindi resteranno nel nostro Paese sulle spalle dei sindaci, ci sarà più lavoro nero o espedienti e pratiche illegali”. E per l’Anpi il dl “produce solo paura e discriminazione”.

(di Massimo Nesticò/ANSA)