Trump difende Kavanaugh. Ma Ivanka chiede di scaricarlo

Brett Kavanaugh in primo piano, dietro il presidente Trump e la famiglia del giudice.
Kavanaugh, beveva ed era aggressivo. (Gettyimages)

WASHINGTON. – Donald Trump continua a fare l’avvocato di fiducia del giudice “senza macchia” da lui nominato alla Corte Suprema. E sfida la sua accusatrice Christine Blasey Ford, ammonendo che “sarebbe increscioso” se non testimoniasse al Senato dopo aver denunciato di essere stata aggredita sessualmente da Brett Kavanaugh durante una festa 36 anni fa, congelandone la conferma. Nella vicenda si sarebbe inserita anche Ivanka, che secondo fonti di Vanity Fair “ha consigliato al padre di prendere le distanze e lasciar cadere la nomina di Kavanaugh”.

La consigliera e figlia prediletta del presidente non sarebbe l’unica di questo avviso. Altri dirigenti della Casa Bianca, stando alle stesse fonti, “sono preoccupati che possano uscire ulteriori informazioni dannose” sul giudice e hanno rivelato che le affermazioni dell’accusatrice saranno “confermate da altre due donne”, a cui Blasey Ford “avrebbe raccontato la faccenda contemporaneamente”.

Una mina vagante, che potrebbe esplodere alla vigilia delle elezioni di Midterm a novembre, influenzando in particolare il voto femminile nell’era di #Metoo. Blasey Ford, docente universitaria di psicologia, ha fatto sapere intanto tramite il suo avvocato che la sua famiglia è stata costretta a trasferirsi dopo che lei ha ricevuto minacce di morte e che intende deporre al Senato solo dopo un’inchiesta dell’Fbi, come chiedono anche i democratici.

“Una indagine completa da parte delle forze dell’ordine assicurerà che i fatti cruciali e i testimoni in questa vicenda siano valutati in modo imparziale, e che la commissione sia completamente informata prima di condurre qualsiasi udienza o prendere qualsiasi decisione”, ha spiegato il legale in una lettera al presidente della commissione giustizia del Senato, Chuck Grassley, che ha convocato l’accusatrice a testimoniare lunedì prossimo, insieme a Kavanaugh.

Ma Donald Trump e i repubblicani si sono già detti contrari ad una inchiesta del Bureau e sembrano decisi a sfruttare questa richiesta per procedere col voto di conferma del giudice, anche se in tal caso resterebbe un’ombra su di lui. Il tycoon ha aumentato la pressione sulla donna.

“Vorrei davvero vedere cosa ha da dire. Se si presenta e fa una deposizione credibile sarà molto interessante e dovrò prendere una decisione. Ma se non compare, questo sarebbe increscioso”, ha ammonito. Poi è passato a difendere nuovamente il suo nominee sostenendo che gli è “molto difficile immaginare che sia accaduto qualcosa”.

Grassley gioca sul fatto di aver offerto alla donna l’opportunità di parlare, eventualmente in una udienza privata, e ha fissato per venerdì mattina il termine per presentare la testimonianza in vista dell’udienza. Anche i tre senatori più ‘ribelli’ sembrano propensi a votare se la donna non si presenterà. La posta in gioco è alta, perché se i dem conquistassero il Senato a Midterm potrebbero bloccare la nomina di Kavanaugh o di un suo sostituto, evitando che la maggioranza della corte suprema si sposti a destra.

Intanto Trump continua a logorare il suo ministro della giustizia Jeff Sessions, che i ben informati ritengono sarà silurato dopo Midterm. “Non ho un attorney general”, si è lamentato in tv, ribadendo di essere insoddisfatto del suo operato, a partire dalla sua ricusazione nelle indagini sul Russiagate. Indagini dove ha detto di non temere la collaborazione dell’ex capo della sua campagna presidenziale Paul Manafort, convinto che “dirà la verità”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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