Calenda attacca il Pd: “Da psichiatra”. Martina: “No a divisioni”

Carlo Calenda in una sezione del Pd a Roma
Carlo Calenda in una sezione del Pd a Roma (foto archivio) © ANSA

ROMA. – La cena è rimasta pesantemente sullo stomaco a Carlo Calenda anche se non c’é stata. L’ex ministro torna a fustigare il Pd ai cui dirigenti dice, “non importerà” di perdere le prossime elezioni europee e regionali”. Alle quali, secondo Calenda, non dovrebbe proprio presentarsi un partito “in cui l’unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell’associazione di psichiatria”.

Parole dure, che spingono Maurizio Martina, impegnato in un tour da ovest a est sui territori, a dire “adesso basta”. “Chiedo a tutti più generosità e meno arroganza – così il segretario -. Se si parla del Pd bisogna avere rispetto prima di tutto dei suoi militanti, iscritti, amministratori, elettori che lavorano con passione e non si meritano certi titoli”.

Martina esorta tutti a lavorare per la manifestazione contro il governo del 30 settembre a Roma. L’attacco di Calenda dopo la cena da lui proposta e saltata con Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti coinvolge pesantemente la classe dirigente dem e rilancia la sua proposta.

“Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere – dice l’ex ministro -. Serve un fronte repubblicano, progressista, che recuperi la parte di classe dirigente locale e nazionale capace, ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccola tra dirigenti che sono usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera”.

Gli risponde Luciano Nobili, deputato renziano. “Caro Carlo Calenda, la psichiatria è una cosa seria e dolorosa – scrive -. Insultare un’intera comunità con toni adatti a Salvini e Di Maio perché sei rimasto senza cena non ti fa onore. Non hai votato Pd e sei stato accolto a braccia aperte. Per dare una mano. Non per chiuderci”.

“Ho votato Gentiloni, non era del PD? – replica Calenda -. Sulla psichiatria hai ragione, giusto scusarsi. Sul resto gli utenti (dei social, ndr) ti hanno risposto meglio di come saprei fare io”.

La cena saltata ha creato nuova tensione, dopo che il presidente Matteo Orfini ha proposto di sciogliere e rifondare il Pd. Per Francesco Boccia deputato della minoranza interna la cena é “solo l’ultimo infortunio di una classe dirigente non più all’altezza” e “il Pd non è una Spa, i responsabili di questo fallimento sono gli ultimi a poter fare proposte. Saranno gli iscritti a decidere”.

E si ritorna al congresso, che Martina ha promesso di tenere secondo i tempi, con le primarie a gennaio. Roberto Giachetti annuncia uno sciopero della fame “perché sia immediatamente convocata una assemblea straordinaria e fissata la data del congresso”. Un digiuno in antitesi alle cene.

(di Luca Laviola/ANSA)

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