Mattarella: “E’ allarme web, Stati reagiscano a atti ostili”

Il Presidente Sergio Mattarella durante la Prima sessione di lavoro su “Costruire la resilienza sociale: tra hard e soft security”
Il Presidente Sergio Mattarella durante la Prima sessione di lavoro su “Costruire la resilienza sociale: tra hard e soft security” (Foto Ufficio Stampa Quirinale)

RIGA. – Gli Stati democratici devono difendere i propri cittadini dagli atti ostili e non c’è dubbio che gli attacchi informatici siano ormai un vero problema di sicurezza nazionale, soprattutto se vengono portati avanti da organizzazioni terroristiche, criminalità organizzata e addirittura confezionati da alcuni Stati.

Sergio Mattarella si trova al Castello di Rundale, in Lettonia, non lontano dal confine russo, e lancia l’allarme “cyber-war”, colpito da informazioni di intelligence che disegnano un quadro inquietante anche per l’Italia. Non è certo una novità assoluta, almeno guardando le polemiche che infuriano negli Stati Uniti sin dai tempi dell’imprevista ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca.

Ma oggi di condizionamenti pesanti di elezioni se ne parla apertamente anche in Europa, come dimostra la prima giornata dei lavori dell'”Arraiolos group”, un format che ha riunito a Riga ben 13 capi di stato dell’Unione europea. La cyber-sicurezza ha dominato le discussioni odierne disegnando un quadro allarmante delle potenzialità destabilizzanti delle aggressioni informatiche.

Un’arma di “distrazione” di massa, si diceva un tempo. Ma è proprio il presidente della Repubblica a spiegare allarmato quale sia la potenza di fuoco di questi nuovi terroristi digitali e quanto alti gli obiettivi. “Sappiamo che le conseguenze di attacchi informatici possono essere disastrose: sui sistemi informatici pubblici, sulle banche, sui sistemi elettorali, sui sistemi sociali e sanitari. E la possibilità che grandi gruppi criminali, o anche Stati con atteggiamento ostile, possano provocare questi danni disastrosi è davvero allarmante per tutti”, ha premesso Mattarella.

Per poi citare un’analisi di Foreign Affairs Magazine che mette nero su bianco come oggi alcuni “Stati stanno armando internet”. “Vi sono pericoli nuovi, molto più insidiosi che consentono anche la manipolazione delle pubbliche opinioni. E gli strumenti tradizionali, anche i più perfezionati e avanzati di difesa – ha osservato – sono inermi rispetto a questi pericoli e a queste insidie”.

Un vero e proprio “warning” che si manifesta alla vigilia di importantissime elezioni europee e mentre Bruxelles, scatenando furiose polemiche, interviene solo sui diritti d’autore e le regole del copyright nel web. Ma la prossima primavera in Europa si gioca una partita decisiva per la sopravvivenza stessa di una Unione aggredita dall’interno dal vento sovranista e dall’esterno da lobby e Stati che vedono la disgregazione continentale come un vantaggio.

Proprio questo è il tema che Mattarella sviscera vedendo ben chiaro il pericolo che per difendersi si possa aprire la via ad un’inutile censura: “Non dobbiamo cadere nella trappola di irreggimentare i nostri concittadini orientandoli, ma dobbiamo stimolare la loro libertà e il loro spirito critico perché questa è l’unica difesa effettiva che nelle società si può avere nei confronti delle insidie cibernetiche”.

“I nostri valori di fondo – conclude il presidente – sono le libertà e i diritti civili. Sarebbe un errore pensare di difendersi da questi pericoli che vengono dal web blindando i confini territoriali, o linguistici, o etnici, perché i confini, rispetto a queste minacce cibernetiche, non esistono più, non sono una difesa”.

(dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)