Michelle Bachelet, la “pasionaria” dei diritti umani

Papa Francesco ricevuto dalla presidente cilena Michelle Bachelet
Papa Francesco ricevuto dalla presidente cilena Michelle Bachelet. EPA/EPA-ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Michelle Bachelet, ex presidente del Cile e icona delle vittime di abusi durante la dittatura nel suo Paese, è stata nominata il 10 agosto Alto Commissario Onu per i diritti umani. E’ la prima donna a ricoprire l’incarico, ma all’Onu aveva già guidato l’Agenzia per la promozione dell’uguaglianza di genere, dal 2010 al 2014.

“Bachelet è una pioniera, una visionaria, una donna di principi e una grande leader per i diritti umani in questi tempi difficili”, ha detto di lei il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres subito dopo l’approvazione della sua nomina da parte dell’Assemblea Generale.

Nata a Santiago del Cile nel 1951 e laureata in medicina, la sua elezione nel 2006 alla presidenza del Cile – la prima volta di una donna e per due mandati – fu un evento storico, proprio per il suo vissuto. Iscritta al Partito socialista, nel 1975 fu sequestrata dalla polizia politica di Augusto Pinochet e internata insieme con la madre a Villa Grimaldi, noto centro di detenzione della capitale cilena negli anni della dittatura. Il padre, un generale dell’aviazione e collaboratore di Salvador Allende, morì in prigione dopo essere stato torturato per non aver aderito al golpe.

Michelle e la madre vennero invece liberate e costrette a riparare prima in Australia e poi in Germania. Al ritorno in Cile, nel 1979, tornò all’attività politica e lavorò come consulente al ministero della Sanità di cui divenne titolare nel 2000 con la presidenza del socialista Ricardo Lagos. Due anni dopo un altro record prima del grande salto verso la presidenza: fu nominata ministro della Difesa. Prima di lei nessuna donna aveva ricoperto una tale carica in un Paese latinoamericano.