Aiut Alpin lancia allarme droni, sono pericolosi

Alpinisti usando un drone.
Pericolo droni in montagna

BOLZANO. – I droni conquistano le montagne. Le riprese aree di crinali, guglie e vette dolomitiche spopolano sui social media e la caccia ai ‘mi piace’ è a portata di tutti: bastano un velivolo telecomandato con telecamera di poche centinaia di euro e qualche ora di camminata in montagna. “I droni sono bellissimi e hanno un grande futuro, serve però che chi li usa sia consapevole che possono essere molto pericolosi. Se un drone giocattolo finisce nel rotore di coda dell’elicottero, fa una strage”, spiega Gabriel Kostner, pilota dell’Aiut Alpin Dolomites.

Negli ultimi mesi non sono mancati momenti di pericolo, in Italia come all’estero. Sono ormai numerosi i racconti di piloti che hanno visto sfrecciare un drone a pochi centimetri di distanza. Gabriel Kostner, che è uno dei piloti di elisoccorso più esperti sulle Dolomiti, non vuole condannare i piccoli velivoli a quattro eliche.

“Vanno semplicemente seguite le regole. Per quelli più grandi ci sono brevetti. Il problema è che, oggi come oggi, ogni ragazzino può usare un drone e non si rende neanche conto dei pericoli che può creare, anche se è di dimensioni ridotte”, sottolinea il gardenese che propone l’istallazione di trasponder sui droni. In questo modo – spiega – la loro presenza viene segnalata al pilota su un apposito monitor che indicata anche altri possibili ostacoli, come teleferiche e tralicci. La stagione estiva in montagna si sta lentamente concludendo, ma di certo non per l’Aiut Alpin.

“A luglio ed agosto sono più frequenti gli interventi sanitari, come appunto infarti, mentre a settembre aumentano gli interventi alpinistici. Ora in quota ci sono spesso già neve e ghiaccio e le giornate sono più corte”, spiega Raffael Kostner, fondatore dell’Aiut Alpin Dolomites e fratello di Gabriel. Il consiglio del padre dell’elisoccorso sulle Dolomiti è semplice: “Si deve partire prima e valutare molto bene le condizioni in parete e sul sentiero”.

Negli ultimi anni sempre più spesso l’elicottero interviene per recuperare e portare a valle persone illese, poche settimane fa addirittura un ragazzo che in baita aveva bevuto troppo alcol. Raffael non vuole però polemizzare. “Chi si assume la responsabilità di lasciarli su? E se poi succede qualcosa durante la discesa? Non si può risolvere neanche facendoli pagare, perché a saldare il conto di solito ci pensa l’assicurazione. La gente ormai non si fa tanti problemi a lanciare l’allarme e il nostro compito è aiutare”, afferma, riferendosi al nome dell’elisoccorso.

“Ovviamente è brutto – conclude – se interventi per illesi, che potevano evitare di cacciarsi in tale situazione, diventano pericolosi per i soccorritori, per esempio a causa di un improvviso cambio del tempo. In questi momenti non resta altro che sperare che tutto vada bene”.

(di Stefan Wallisch/ANSA)