Trump minaccia l’uscita dal Wto e nuovi dazi a Ue e Cina

Il Direttore Generale del World Trade Organization (WTO), il brasiliano Roberto Azevedo.
Il Direttore Generale del World Trade Organization (WTO), il brasiliano Roberto Azevedo. EPA/MARTIAL TREZZINI

WASHINGTON. – Donald Trump ancora contro tutti. Il tycoon riapre i vari fronti di guerra commerciale, con effetti negativi sulle Borse del pianeta, già colpite dalle tensioni su Argentina e Turchia. In un solo colpo, con un’intervista a Bloomberg, ha rilanciato la minaccia di uscire dal Wto, ha ventilato nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi di dollari e ha bocciato l’offerta europea di azzerare reciprocamente le tariffe sulle auto.

“Se non cambia, mi ritirerò dal Wto”, ha promesso, lamentandosi del fatto che l’organizzazione mondiale per il commercio tratta gli Usa iniquamente. Una mossa che manderebbe in tilt il sistema commerciale globale a cui l’America contribuì a dare forma e che evidenzia il conflitto tra le sue politiche protezioniste e il libero commercio regolato dal Wto.

Washington ha intanto bloccato la nomina di nuovi giudici nell’organismo del Wto preposto a dirimere le dispute, col rischio di paralizzarne l’attività. L’Ue si era già detta disponibile a riformare il Wto e a settembre il presidente della commissione commercio dell’europarlamento, Bernd Lange, presenterà una proposta per vedere se gli Usa sono realmente interessati a farlo.

Forse le minacce di Trump solo un modo per tenere tutti sotto scacco e ottenere risultati migliori negoziando da una posizione di forza, con un’economia che ha messo il turbo, ma le preoccupazioni crescono. Soprattutto in Europa, dove Bruxelles è pronta a rispondere ad una eventuale rottura della tregua raggiunta con gli Usa sul fronte dei dazi lo scorso luglio, come ha ammonito il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in un’intervista alla tv tedesca ZDF, pur sottolineando che alla volte succede che le tregue rischino di saltare ma poi si continua a rispettarle.

Giovedì la commissaria al Commercio Ue, Cecilia Malmstroem, aveva spiegato al parlamento europeo che Bruxelles è pronta a rimuovere tutte le tariffe sulle auto e su altri beni industriali se gli Usa facessero lo stesso. L’offerta “non è abbastanza buona”, ha replicato Trump, ventilando nuovamente dazi del 25% sulle auto e accusando l’Ue di essere cattiva quanto la Cina sul fronte commerciale, con la differenza che è più piccola. Il tycoon ha osservato che gli europei preferiscono “comprare le loro auto, non le nostre”. A questo punto alla Ue non resterebbe che dichiarare il bluff del presidente Usa o fare ulteriori concessioni, magari per riequilibrare il deficit commerciale americano con l’Europa.

Mentre torna a salire la tensione con l’Europa, Trump non molla neppure con Pechino, contro cui avrebbe deciso di aumentare il livello dello scontro, annunciando già la settimana prossima una terza ondata di dazi su 200 miliardi di dollari di prodotti made in China. Indiscrezioni che hanno scatenato la reazione negativa di Wall Street e delle altre Borse, mentre la Ford ha annunciato di aver cancellato i piani per importare negli Usa un modello di Focus crossover prodotto in Cina.

I rumors arrivano mentre gli Stati Uniti sono impegnati a trattare con il Canada per la sua entrata nell’accordo già siglato fra Usa e Messico, dando vita a un Nafta 2.0. La scadenza è oggi ma i negoziati potrebbero essere stati complicati da alcune indiscrezioni del Toronto Star, secondo cui Trump nella sua intervista a Bloomberg ha rilasciato commenti ‘off the record’ poco diplomatici, ad esempio che qualsiasi accordo con il Canada sarà “totalmente sulla base delle nostre condizioni”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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