JESI (ANCONA). – Sono i vini bianchi fermi italiani i più venduti al mondo, in termini di valore e di volume, nonostante un prezzo medio (2,80 euro al litro) molto più basso dei competitor Nuova Zelanda (4,93 euro al litro) e Francia (4,69). E’ quanto emerso oggi al Teatro Pergolesi di Jesi nel report di Nomisma Wine Monitor, presentato in occasione del forum internazionale “Bianco come il vino” per i 50 anni della doc del Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Per il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, “con un export di 1,287 miliardi di euro l’anno l’Italia è il primo esportatore mondiale di vini bianchi fermi, prima di Francia (1,276 miliardi), Nuova Zelanda (688 milioni), Spagna (323 milioni), Germania (317 milioni) e Australia (273 milioni)”.
Negli ultimi cinque anni, i bianchi fermi italiani sono cresciuti nell’export del 26%, secondi alle bollicine (+88%), ma davanti ai vini rossi (+16%). “Sebbene i vini rossi rappresentino ancora la tipologia più consumata al mondo con circa il 55% dei volumi totali – ha aggiunto Pantini – i bianchi stanno registrando dinamiche di crescita più rilevanti. Mentre il consumo di rosso cresce in Cina e Usa, ma si riduce a livello globale, il bianco aumenta in modo più trasversale. Una crescita trainata da nuove tendenze di consumo tra le giovani generazioni; l’aumento della diffusione dei consumi di vino tra le donne rappresenta un altro fattore propulsivo”.
E nel fuori casa, secondo il rapporto di Wine Monitor, i bianchi fermi battono i rossi anche in Italia, risultando i più consumati al ristorante e secondi solo alle bollicine nei wine bar, con i rossi che restano leader nei consumi casalinghi. Nell’ultimo decennio, l’export dei bianchi fermi dall’Italia è cresciuto in Nord America, dove la richiesta a valore è lievitata del 73%. Stati Uniti (36,6%), Germania (16,5%) e Regno Unito (14,2%) sono i 3 principali buyer su cui si concentrano i 2/3 delle vendite del bianco made in Italy. In Italia aumentano i consumi di bianco (40,1% contro il 39,8% dei rossi) e i volumi produttivi (il 54% è bianco). In prospettiva, secondo il report, sono notevoli le opportunità di crescita rilevanti per i vini bianchi autoctoni e per i biologici.
(di Simona Marini/ANSA)