Cei e caso Diciotti: “A volte le parole non bastano”

Migranti dormono sul ponte della Guardiacoste Diciotti
Migranti dormono sul ponte della Guardiacoste Diciotti

ROMA. – Era “in stallo un intero Paese, nessuno poteva essere d’accordo con quella situazione, intervenire era un dovere perché a volte le parole non bastano”. Così don Ivan Maffeis, portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, racconta come è andata sul caso della Diciotti. “La Cei l’ho chiamata io, non è che si siano chiamati da soli”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini che si è detto “contento di aver avviato un percorso tra Stato e Chiesa”; l’intesa tra la Cei e il Viminale è stata formalizzata oggi.

Una trentina di migranti sono pronti a lasciare il centro di Rocca di Papa già domani per essere accolti dalle diocesi che hanno offerto ospitalità, che ad oggi sono oltre quaranta. La Chiesa in Italia già accoglie, in maniera capillare sul territorio, tra parrocchie, movimenti, istituti religiosi, oltre 26mila migranti.

In queste ore a Rocca di Papa la Caritas sta parlando con i migranti della Diciotti, uno ad uno. Ciascuno ha portato la sua storia, il suo carico di sofferenza e “non possono essere collocati sul territorio a caso, si verifica se ci sono qui altri parenti, conoscenti ma è una verifica – riferisce don Maffeis – che sta procedendo abbastanza velocemente”.

E se si presenta un nuovo caso Diciotti? “La Chiesa non si è mai tirata indietro, come anche tante associazioni sul territorio. Ma abbiamo un ruolo di supplenza: su un fenomeno così complesso, dove interi popoli per tanti motivi sono costretti a lasciare la loro terra, si deve interrogare la politica, la politica europea”. Come Chiesa “dobbiamo aiutare a favorire un clima di accoglienza, perché l’altro non è un nemico. Il Papa non si stanca di ripetere che non possiamo accettare la globalizzazione dell’indifferenza”.

Come poi sia andata, chi ha telefonato per prima, è un dettaglio perché “tutti i giorni ci interrogavamo sul da farsi. L’incontro tra la Cei e il governo – racconta don Maffeis che ha gestito la trattativa – è stato un incontro tra due istituzioni per risolvere la situazione. Io posso parlare di grande attenzione e grande accoglienza. Ci sentivamo di offrire questa scialuppa”.

Don Aldo Buonaiuto, della Comunità Giovanni XXIII, altro protagonista della soluzione per la Diciotti, racconta di avere ricevuto “sabato mattina una telefonata dal ministro dell’Interno. Con Matteo Salvini ci conosciamo da tempo. Ha chiesto se fosse ipotizzabile che la Chiesa si prendesse in carico i migranti della Diciotti”. Di qui la telefonata poi al Presidente della Cei il cardinale Gualtiero Bassetti, il ‘sì’ immediato della Chiesa italiana e la soluzione raggiunta in poche ore.

Poi “la gara di solidarietà tra le diocesi per accoglierli”, conclude Bonaiuto. Ma non tutti applaudono alla soluzione: “Torneremo di nuovo in piazza perché non bisogna abbassare i riflettori, la gente è esasperata”, dice il responsabile di Casapound dei Castelli Romani in merito alle proteste per l’arrivo dei cento migranti ospitati dal centro di accoglienza di Rocca di Papa.

(di Manuela Tulli/ANSA)

Lascia un commento