Entro ottobre giù ponte Morandi, smontaggio e esplosivo

Una veduta di ponte Morandi dall'autostrada A7 prima del casello di Genova Ovest.
Una veduta di ponte Morandi dall'autostrada A7 prima del casello di Genova Ovest. 20 agosto 2018 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Esplosivo e smontaggio pezzo per pezzo per far sparire quel che resta del ponte Morandi. Un tempo più breve del previsto, che potrebbe portare a concludere i lavori entro ottobre. E demolizione e ricostruzione potrebbero essere anche sovrapposti. In un giorno il moncone est, con esplosivo e cingolati robot, va giù e contemporaneamente vengono abbattuti 150 appartamenti. Per il moncone ovest invece non ci sarà alcun crollo: sarà smontato pezzo a pezzo con due gru e per questo serviranno 20 giorni. Ma prima di avviare il piano servono l’ok della procura e sopralluoghi tecnici con il via libera dei magistrati.

Secondo il commissario per l’emergenza Giovanni Toti potrebbero bastare trenta giorni da oggi per avere il piano pronto con tutte le autorizzazioni necessarie. Toti ha illustrato le novità al termine dell’incontro in Regione con l’ad di Autostrade Giovanni Castellucci. “Per avere la tempistica esatta dovremo attendere la procura – ha detto Toti – ma in un mese il piano potrebbe essere operativo”.

“La riunione con il presidente Toti e il sindaco Bucci è stata molto costruttiva e segna un passo in avanti importante e concreto, nel profondo rispetto del dolore di tutte le famiglie colpite” ha detto Castellucci. Che ha annunciato una modifica dei pedaggi “su richiesta del presidente della Regione” con una “estensione della gratuità nell’area genovese ulteriore rispetto a quella iniziale. Oggi abbiamo presentato una serie di opzioni di demolizione e di ricostruzione del viadotto”, ha spiegato.

Sulla ricostruzione del viadotto il presidente degli industriali Vincenzo Boccia chiede certezze: “il Governo deve dare soluzioni anche in termini di tempi certi agli operatori economici e alla città. Si trovi quanto prima una soluzione, è una questione di credibilità del Paese”. Anche per questo Toti ha chiesto una legge ad hoc: “Con il sindaco Bucci abbiamo suggerito al premier Conte un provvedimento di legge, magari da inserire nel prossimo Milleproroghe, per andare oltre il primo decreto di emergenza che fissò i primi fondi”.

Intanto il sindaco ha ridotto la zona rossa per permettere alle imprese di riprendere a lavorare. Ne hanno beneficiato due aziende, mentre Ansaldo Energia che ha ancora una parte dello stabilimento off limits ha fatto rientrare 750 lavoratori che erano stati costretti a prolungare le ferie.

Il tema del lavoro è stato affrontato anche dalla leader della Cgil Susanna Camusso in visita a Genova. “Il paese ha bisogno di una vera manutenzione delle opere. Servono investimenti che negli anni sono crollati. Bisogna parlare delle attività produttive di Genova che non possono essere perse. Il Governo metta in campo strumenti d’emergenza. C’è chi ha perso il lavoro a causa della tragedia, c’è un problema di ammortizzatori sociali”.

Sul piano economico l’assessore regionale allo Sviluppo Andrea Benveduti chiederà al Governo l’istituzione di una “zona logistica speciale” per l’area di “portualità genovese allargata, un sistema di facilitazioni, supporti, sgravi fiscali, sconti sulle accise, sul carburante, sugli oneri di ancoraggio”.

Intanto Cassa depositi e prestiti annuncia che si impegnerà su ripristino delle infrastrutture per la mobilità, interventi a favore delle imprese e delle famiglie, moratoria per i mutui già in essere con gli enti locali e soluzioni immobiliari per chi è rimasto senza casa. Sono 133 le famiglie ‘sistemate’ su 286 nuclei sfollati.

La procura intanto porta avanti l’inchiesta. La Gdf ha sequestrato documenti in Anas relativi a quando vigilava su Autostrade. Mentre dall’analisi su sms e chat scambiati dal 14 agosto tra dirigenti di Autostrade e del Provveditorato alle opere pubbliche emerge, dice una fonte qualificata “una certa preoccupazione per quanto accaduto”.