Salvini blinda l’asse sovranista con Orban, e attacca Macron

Il premier ungherese, Viktor Orban, in visita a Milano con il vicepremier italiano, Matteo Salvini.
Il premier ungherese, Viktor Orban, in visita a Milano con il segretario della Lega, Matteo Salvini.

MILANO. – “Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa: io e Viktor, ognuno nel proprio campo, stiamo lavorando per un’alleanza che escluda i socialisti. Oggi comincia un percorso”. Matteo Salvini, al termine dell’incontro milanese con il premier ungherese, rinsalda l’asse sovranista in vista delle prossime europee di primavera e lancia una bordata contro il presidente dei ben più vicini “cugini” francesi: “basta lezioni, apra Ventimiglia”.

Ancora è presto per parlare della cosiddetta “Lega delle Leghe”, di una lista unitaria. Lo stesso Salvini chiarisce che non sta chiedendo al premier magiaro di lasciare il Ppe, ma certamente tra i due qualcosa si sta muovendo. I cronisti chiedono se questo vertice rappresenti un cambio nella politica estera italiana. “Il Presidente del Consiglio – risponde Salvini – sta incontrando un altro premier, Tria in Cina, sempre Conte ha fatto visita a Trump. E’ una politica estera a 360 gradi, puntiamo a non avere nemici, per rilanciare l’economia”.

Un appuntamento politicamente rilevante, questo in Prefettura, contro cui, per la prima volta, la sinistra unita è in piazza, in migliaia a San Babila, a manifestare a favore dell’accoglienza e l’integrazione. Contro di loro, la reazione infastidita del ministro dell’Interno: “La sinistra non può decidere chi devo incontrare o no. Sono sorpreso della loro sorpresa, poi – conclude – non possono sorprendersi se la gente non li vota più”, Un feeling forte quello tra il segretario leghista e Orban, in cravatta verde, non solo politico ma anche personale.

“Se si presentasse da noi vincerebbe le elezioni, meno male che non lo fa…”, ironizza il premier ungherese. E ancora, ricorda la simpatia nata nei banchi del Parlamento di Strasburgo: “quando tutti ci attaccavano, Matteo ci difese. Noi non dimentichiamo”, prosegue. E Salvini replica con altrettanta gentilezza: “sono qui da segretario di partito e da milanista, visto che la prima visita in Italia di Viktor è stata a Milanello”.

Lui stesso, al termine del suo pranzo a Brera, ha assicurato di aver chiesto e ottenuto il “permesso” di vedere Salvini direttamente da Berlusconi. Tra i due, com’è noto, c’è piena identità di vedute sul tema dell’immigrazione: “Noi abbiamo dimostrato che i migranti si possono fermare via terra, fisicamente e giuridicamente. Matteo sta dimostrando che si può fare anche dal mare. Stiamo con lui, è il nostro eroe, lo invitiamo a non mollare”, si scalda Orban.

Uniti dalla blindatura dei confini europei, c’è totale sintonia anche nell’attaccare il principale nemico comune, Emmanuel Macron, identificato come il “capo del partito che vuole i migranti”, sintetizza sempre Orban. E Salvini va oltre. Replicando alle critiche del presidente francese al governo turco, torna sulla polemica sulla frontiera ligure: “Invece di criticare Visegrad e dare lezioni a governi stranieri, Macron dia l’esempio e apra il confine di Ventimiglia”.

Quindi ribadisce che non arretra di un millimetro dopo la vicenda Diciotti: “Nessuna indagine o processo mi farà cambiare idea. La Marina militare deve vigilare la sicurezza delle coste italiane. Conto che non si riproponga un problema simile. Ma se dovesse capitare – aggiunge – mi comporterò nella stessa maniera”.

E ammonisce che “se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali”, il governo a “farne anche a meno”, pur di andare contro chi “incredibilmente qualcuno prima di noi firmò un accordo per far arrivare tutti i migranti in Italia”.

Contro l’asse Lega-Orban nessun commento da parte di M5s. Ma a volte il silenzio è rumoroso. Si scatena invece l’opposizione: il leader dem, Maurizio Martina lancia l’allarme contro “chi vuole riportare l’Europa agli anni ’30”. Molto duro anche Roberto Speranza (Leu): “Orban e Salvini soffiano sulle paure di tanti. Pensano di farci tornare al passato peggiore dell’Europa, ma non ci riusciranno”.

(dell’inviato Marcello Campo/ANSA)

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