La Nasa festeggia i 100 di Katherine Johnson, “computer umano”

Katherine Johnson riceve il bacio dell'allora presidente Barack Obama in occasione del Presidential Medal of Freedom.
Katherine Johnson riceve il bacio dell'allora presidente Barack Obama in occasione del Presidential Medal of Freedom. EPA/MICHAEL REYNOLDS

NEW YORK. – Candeline alla Nasa per il diritto a contare oltre i pregiudizi di sesso e di razza: l’ente spaziale americano ha festeggiato i 100 anni di Katherine Johnson, la “beautiful mind” di colore soprannominata “computer umano” che negli anni della guerra fredda divenne un tassello fondamentale nella corsa degli Usa alla conquista dello spazio.

Nel 2016 il contributo della Johnson e di due colleghe nere, Mary Jackson e Dorothy Vaughan, e’ stato al centro del film di Theodore Melfi “Il Diritto di Contare” in cui la Johnson era interpretata da Taraji Henson. Katherine, salita su palco in carrozzella ai premi Oscar dell’anno successivo, aveva sfondato con Mary e Dorothy il “soffitto di vetro” della Nasa dimostrando che “il genio non ha razza, la forza non ha sesso e il coraggio non ha limiti”.

Ambientato nella Virginia segregazionista dell’era Kennedy, il ‘dietro le quinte’ del Programma Gemini raccontava come le tre donne affrontarono, per veder riconosciute le loro abilità, l’opposizione di un vertice di uomini bianchi guidato dal burbero Al Harrison (Kevin Costrenr) che solo alla fine riconobbe le loro abilità. “Ci hanno dato una lezione di vita perché non hanno ascoltato chi dubitava di loro o chi le odiava. Erano lì per aiutare e hanno aiutato”, aveva detto l’allora First Lady Michelle Obama alla proiezione alla Casa Bianca.

“Buon centesimo compleanno Katherine Johnson. Ha lavorato al Centro Langley di Hampton in Virginia come computer umano dal 1953 e i suoi calcoli sono stati cruciali per l’inizio del nostro programma di volo umano (come probabilmente avete visto al cinema)”, ha scritto lo storico della Nasa su Twitter in un omaggio. Katherine che nel 2015 aveva ricevuto la Medaglia Presidenziale della Liberta’.

“Sono solo fortunata. Il Signore mi ama e io amo il Signore”. Cosi’ la matematica aveva spiegato il segreto della sua longevità’ alla vigilia del compleanno. Nata nel 1918 a White Sulphur Springs in West Virginia, la Johnson era la più piccola di quattro figli e fin da bambina aveva dimostrato un talento speciale per i calcoli. Dal momento che all’epoca in quello Stato l’istruzione pubblica per i bambini neri non andava oltre le medie, i genitori fecero in modo di farle frequentare il liceo nel campus di quella che è oggi la West Virginia State University.

Diplomata a soli 14 anni, Katherine entrò poi in un college per soli studenti di colore. Dopo la laurea fu assunta al National Advisory Committee on Aeronautics, l’agenzia che poi divenne la Nasa, dove lavorò al calcolo delle traiettorie di voli tra cui quello di Alan Shepard, il primo americano nello spazio nel 1961 e poi di John Glenn, che l’anno dopo divenne il primo americano in orbita.

(di Alessandra Baldini/ANSA)