Salvini denunciato per istigazione all’odio razziale

Matteo Salvini durante uno dei suoi interventi contro l'immigrazione.
Matteo Salvini durante uno dei suoi interventi contro l'immigrazione.

TREVISO. – Istigazione all’odio razziale, aggravata dall’essere stata espressa nell’esercizio di una funzione pubblica, quella di ministro. E’ quanto hanno ipotizzato nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini un gruppo di cittadini trevigiani, che hanno presentato una denuncia alla Procura della città veneta.

Il reato (art 604 bis, I comma della Legge Mancino) sostengono i 5 firmatari, si sarebbe consumato attraverso alcune affermazioni pubbliche rese da Salvini nei giorni che vanno dall’insediamento del governo gialloverde alla metà di luglio.

Nell’esposto hanno allegato una ‘rassegna stampa’ delle frasi a loro dire incriminate, pubblicate dai quotidiani: tra queste, “per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare”, o ancora “gli immigrati che campeggiano qui a pranzo e cena sono evidentemente troppi” – riferita alla città di Roma -. Non solo i migranti, ma anche le frasi sui rom – “…una ricognizione sui rom in Italia, per vedere chi, come, quanti…” – secondo i presentatori dell’esposto, configurerebbero l’istigazione all’odio razziale o etnico.

I cinque firmatari evidenziano inoltre le decine di “commenti xenofobi e razzisti” che le affermazioni di Salvini avrebbero prodotto sul web e sui social. “Le affermazioni del Ministro, singolarmente e complessivamente considerate – rilevano i firmatari -, hanno travalicato scientemente il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall’art. 21 della Costituzione, e non sono pertanto tutelate dalla libertà d’espressione”.

I cinque firmatari provengono dal mondo dell’associazionismo trevigiano: Luigi Galesso, Gabriella Casagrande, Said Chaibi e Renato Zanivan. Solo Chaibi, ex consigliere nella maggioranza comunale dell’allora sindaco Giovanni Manildo, candidato sindaco (non eletto) alle ultime comunali di ‘Sinistra per Treviso’, e Zanivan, ex segretario cittadino di Sel, hanno un passato di politica attiva. “Non siamo contro la libertà di opinione – dice Galesso -, ma riteniamo che certe espressioni privino quella degli altri e favoriscano l’odio e un certo rischio sociale”.

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