Londra, un manuale per i britannici in caso di “hard Brexit”

Cartelloni con la scritta "Vote Leave" durante la campagna per la Brexit
"Vote Leave" durante la campagna per la Brexit

ROMA. – Lungaggini doganali, carte bollate supplementari, difficoltà di approvvigionamento di medicinali, apparecchi biomedici e sangue. E ancora: difficoltà di etichettatura e regolamenti differenti, Iva non preventivata, problemi bancari, sovrapprezzo sull’uso di carte di credito: gli imprenditori e le famiglie britanniche potrebbero risvegliarsi in una giungla di disagi se il Regno Unito dovesse rompere le trattative con Bruxelles e affrontare una ‘hard Brexit’.

Proprio a loro si rivolge una sorta di ‘manuale’ online che il governo di Londra si prepara a diramare a milioni di imprese e famiglie su disposizione del neoministro per la Brexit, Dominic Raab, che si è visto per la prima volta faccia a faccia con i negoziatori della Commissione europea a Bruxelles.

La “Guida su come prepararsi alla Brexit se non ci sarà accordo” è articolato in 25 documenti rivolti a varie categorie, dalle finanze alle farmacie, dagli agricoltori ai ricercatori nucleari, dagli imprenditori ai lavoratori dipendenti, dagli studenti ai pensionati. Beninteso, la “priorità assoluta” del governo conservatore resta quella di arrivare a un compromesso sostenibile, a un divorzio amichevole con Bruxelles, ha fatto sapere Raab, successore di David Davis, che l’8 luglio scorso è uscito sbattendo la porta dal governo di Theresa May insieme al ministro degli Esteri Boris Johnson contro l’ipotesi di una ‘soft Brexit’.

Tuttavia, ha ricordato Raab, “dobbiamo prepararci anche a prendere in considerazione l’alternativa”, cioè quella ‘no-deal hard Brexit’ temuta da molti. Il Labour Party di Jeremy Corbyn da tempo evoca l’immagine della “catastrofe” e lancia preventivamente lo strale della ‘totale incapacità negoziale’ al governo May nel caso fallisse il negoziato.

Toni variegati ma stesse fosche tinte nei moniti dei ‘first minister’ scozzese, Nicola Sturgeon, e gallese, Carwyn Jones, come dalla Confindustria (Cbi) e dagli imprenditori agricoli (Nfu), dai sindacati dei lavoratori (Tuc) fino al governatore della Bank of England, Mark Crney.

Fra le difficoltà più macroscopiche ipotizzate dal manuale, figurano sovrattasse sul pagamento con carta di credito fuori dal Regno Unito; la messa in conto di dazi doganali su import ed export e di tempi di attesa; possibili difficoltà di riscuotere la pensione o di avere conti correnti bancari britannici per i cittadini di sua maestà che risiedono nell’Ue, regole per i ricercatori nucleari.

Ma soprattutto si consiglia a strutture sanitarie e farmacie di fare scorte preventive ‘precauzionali’ di medicinali importati perché non si creino pericolosi vuoti, anche se, assicura il documento, i medicinali continueranno a essere importati dall’Ue. Un sos che i fautori del divorzio ‘duro e puro’ hanno bollato già come ‘terrorismo’.

Il neoministro Raab ha però anche voluto tagliare corto su quelle “folli affermazioni” che arrivano a prospettare carenze di cibo. “Lasciatemi assicurare, al contrario di certe folli affermazioni, che potrete ancora godervi un club sandwich dopo la Brexit e non ci sono piani per schierare l’esercito per assicurare l’approvvigionamento di viveri”.

Nelle scorse settimane il gabinetto May, riunito alla residenza rurale di Downing Street a Chequers, ha trovato la quadra con i ministri più euroscettici con un piano negoziale che punta ad una ‘soft Brexit’, che mantenga – ricorda il Financial Times – regole comuni con l’Unione europea. Ma per molti osservatori, il manuale online è rivolto anche oltre la Manica, per ricordare alla controparte che rovesciare il tavolo è sempre possibile e anche su questo ci si sta preparando.

(di Fabio Govoni/ANSA)

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