ROMA. – Revocare sì, nazionalizzare forse. Il destino delle autostrade italiane e della concessione alla società che in massima parte le gestisce divide il governo sull’ipotesi di riportarle in mano pubblica, mentre sulla “caducazione” del contratto sembra esserci accordo. Una discussione che porta il premier Giuseppe Conte ad assicurare che sarà prima di tutto “tutelato l’interesse pubblico”.
Il Pd apre al M5S sull’ipotesi nazionalizzazione, mentre Forza Italia, contraria, parteggia per la Lega, molto più cauta sul tema. “La tutela degli interessi dei cittadini è la nostra massima priorità – dice Conte in un’intervista al Corsera – e ricorreremo a tutti gli strumenti giuridici che l’ordinamento ci pone a disposizione per difenderla”. Non frena sull’iter di revoca della concessione e sul contenzioso con Autostrade dice: “Ho pronta una contromossa”.
Il governo starebbe pensando a Cassa Depositi e Prestiti per rilevare una quota di maggioranza nel capitale di Autostrade, secondo l’agenzia Bloomberg. Ipotesi che fonti del Ministero dell’Economia però smentiscono, definendola “senza fondamento”. Al Mef “non risulta che un’operazione del genere sia stata mai valutata”.
Il principale sponsor della nazionalizzazione, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, definisce “senza sostanza” le stime di 10-20 miliardi dell’operazione. La concessione, dice, “è stata gestita dai privati in maniera più finanziaria, arricchendosi” e “lo Stato non avrebbe mai potuto fare peggio”.
Dalla Lega, dopo i dubbi di Giancarlo Giorgetti, si fa sentire il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi che dice che “nazionalizzare le autostrade dopo quello che è successo non è più un tabù”. “Certo non bisogna prendere decisioni d’impulso – aggiunge però -, bisogna valutare costi e benefici e soprattutto non possiamo rischiare di impelagarci in una battaglia processuale con Autostrade che duri decenni”.
Da M5S parla invece il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco: “Tra le idee della Lega e quelle del Movimento la soluzione potrebbe essere quella mediana: una nazionalizzazione graduale”. “Il Pd dovrebbe sostenerci”, suggerisce Alessandro Di Battista.
E sulla ri-statalizzazione della autostrade arriva l’apertura del segretario del Pd Maurizio Martina. “Sono per aprire seriamente il discorso sulle concessioni – dice Martina -, va riorganizzato completamente il rapporto tra pubblico e privato, per quanto riguarda le infrastrutture ma non solo. Giusto ragionare su come fare meglio, purché non si utilizzino questi temi come clava propagandistica improvvisata”.
Ma Toninelli attacca il suo predecessore Pd Graziano Delrio: “Si dovrebbe vergognare, la concessione l’ha rinnovata due volte” ad Autostrade. “Non abbiamo bisogno dell’ennesimo carrozzone pubblico per le autostrade – dice Mara Carfagna di Fi -, ma di un controllo pubblico più severo e una gestione privata che paghi e venga sostituita se sbaglia e opera male”. Si alla nazionalizzazione da Nicola Fratoianni (LeU) e Fabio Rampelli (Fdi), no di +Europa con Benedetto Della Vedova.
(di Luca Laviola/ANSA)