M5S contro FI e PD: “Favori ai Benetton”. Dem attaccano

Gli uomini della Croce Rossa tra le macerie del Ponte Morandi.
Gli uomini della Croce Rossa tra le macerie del Ponte Morandi. ANSA/ITALIAN RED CROSS PRESS OFFICE

ROMA. – Intorno alla tragedia, ai morti, ai feriti e agli sfollati di Genova volano come stracci le parole della politica, che del crollo del Ponte fa motivo di polemica, di scontro e di permanente campagna elettorale. Oggi l’accusa più forte è quella del M5s, che imputa a Pd e Fi una ‘combine’ con i Benetton e con un insano sistema di potere.

Dem e Azzurri ribattono piccati: gli alleati non hanno nulla da dire sulla Lega, che disse sì alla proroga ai Benetton della concessione nel 2008? Matteo Salvini si difende: “Vero, ho votato il rinnovo. Ma da chi ha governato per anni e anni e ha firmato e verificato le concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno”.

E’ il M5s ad alzare la polemica al mattino via blog: “Negli anni i governi di centrodestra e centrosinistra hanno costruito un sistema insano di favori alle concessionarie, contribuendo in maniera determinante ad arricchirle a discapito della manutenzione delle nostre infrastrutture”.

Il dito è puntato contro Pd e Fi, che hanno “deciso di schierarsi con i Benetton” e non con “la richiesta di giustizia e di sicurezza che arriva da milioni di italiani”. “Con il Governo del Cambiamento tutte queste vergognose isole di privilegio verranno scoperchiate ed eliminate”, è l’ovvia chiosa.

Fi reagisce alle “menzogne” e all’ “inaccettabile sciacallaggio del M5S che per coprire le proprie responsabilità attuali si applica su facebook anche contro Forza Italia come falso bersaglio, ma in realtà contro il suo scomodo alleato di governo, la Lega, per provvedimenti relativi addirittura a ben 10 anni fa”, dice il capogruppo al Senato Annamaria Bernini che apre il coro di rimostranze degli azzurri, che al ministro Toninelli chiedono una commissione super partes sullo stato di strade e ferrovie.

Per la prima volta parla dal meeting di Rimini anche l’ex ministro dem Graziano Delrio e respinge con sdegno critiche e “bugie che disonorano i morti”. “Noi – dice – abbiamo fatto un piano infrastrutturale da 130 miliardi, abbiamo aumentato dell’80% le manutenzioni, ma non è detto che si raccolga quello che si semina”.

Il Pd insomma, sebbene Maurizio Martina sia pronto a ripartire dai fischi presi a Genova con la Pinotti, non ci sta a prendersi tutte le colpe e via twitter Matteo Renzi ammonisce: “Genova non è una favoletta. Lo squallido Di Maio ci infama ma i soldi da Autostrade li ha presi la Lega non noi. Conte era il legale dei concessionari. E Salvini ha votato a favore del Decreto Legge pro-Autostrade mentre noi abbiamo votato contro. Questi sono fatti, non fakenews”.

Falso, ribatte il M5s: “il Partito democratico è responsabile politico di questa immane tragedia, e il gruppo Benetton avrebbero dovuto, avendo l’obbligo di farlo, evitare le vittime di Genova”. E mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti ammette “a posteriori” che “fu un errore votare la concessione ai Benetton”, Salvini si difende e prende le distanze dal gruppo Autostrade.

“Mi sconcerta l’indifferenza e l’atteggiamento di questa grande società che ci ha impiegato giorni per chiedere scusa. Perdono soldi in borsa perché cadono i viadotti non perché Salvini è brutto e cattivo”.

Ma il presidente dem Orfini incalza: “Il M5s continua a dire che smaschererà chi negli anni passati ha regalato il paese ai privati, chi ha fatto marchette, chi si è fatto finanziare dai concessionari. Oggi lo ha ribadito Toninelli. Conseguentemente suggerirei a Di Maio e compagni di far convocare al silente Conte un cdm per approfondire la questione con la Lega”.

(di Milena Di Mauro/ANSA)