La Grecia esce dal programma di aiuti. Ue: “Fu crisi esistenziale”

La bandiera europea e quella greca, sullo sfondo il Partenone.
La Borsa di Atene ha celebrato il lieto fine senza scossoni

BRUXELLES. – Dopo otto anni, tre programmi di assistenza finanziaria per 288,7 miliardi di aiuti, e riforme lacrime e sangue, la Grecia esce finalmente dal tunnel della crisi e torna a camminare con le sue gambe. E, con lei, anche l’eurozona “tira una riga” e si lascia alle spalle la minaccia “esistenziale” costituita dalla Grexit.

Anche se resta ancora lavoro da fare e molti greci tuttora non hanno visto benefici tangibili dopo gli “errori” nella gestione della crisi, il messaggio da Bruxelles è chiaro: “gli sforzi fatti pagano”, come dimostrano gli indicatori economici di Atene, che ha ribaltato il deficit in surplus e la recessione in crescita attorno al 2%.

Era il 2010 quando la Grecia, dopo l’annuncio dei conti truccati e affondata sui mercati, firmò il primo memorandum d’intesa con Ue e Fmi. Oggi, otto anni e altri due programmi di salvataggio più tardi di cui l’ultimo risalente al luglio 2015, quando i greci si ritrovarono con carte di credito e bancomat bloccati, “la conclusione del programma di stabilità segna un momento importante per la Grecia e per l’Europa”, ha sottolineato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.

“Per la Grecia”, infatti, ha affermato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, “segna l’inizio di un nuovo capitolo dopo otto anni molto difficili. Per l’eurozona, traccia una linea simbolica sotto una crisi esistenziale”. Grazie a 256,6 miliardi di prestiti targati Ue di cui 61,9 solo nell’ultimo programma e 32,1 sborsati dal Fmi, oggi “le ampie riforme condotte hanno gettato le basi per una ripresa sostenibile”, ha spiegato Moscovici.

Non solo, infatti, il settore bancario è stato rafforzato e la pubblica amministrazione resa più efficiente, ma è stata accresciuta la competitività del Paese e riformata la previdenza sociale. A dimostrarlo sono i numeri: la crescita economica è rimbalzata dal -5,5% nel 2010 all’1,4% nel 2017 e si attende che resti intorno al 2% nel 2018 e nel 2019. Il saldo fiscale è progredito da un massiccio deficit del 15,1% nel 2009 a un surplus dello 0,8% nel 2017 con un avanzo primario del 4,2%.

Unico neo ben visibile sulla pelle dei cittadini greci, l’altissimo livello di disoccupazione ancora presente nel Paese: anche se questa, per la prima volta da settembre 2011, è scesa sotto la barra del 20%, calando al 19,5% lo scorso maggio. Sebbene ci sia un monitoraggio post-programma come deciso all’ultimo Eurogruppo, “da oggi in poi la Grecia sarà trattata come ogni altro stato membro dell’eurozona”, ha quindi assicurato Moscovici. La Borsa di Atene ha celebrato il lieto fine senza scossoni, chiudendo con +0,3% il suo primo giorno di ‘libertà’ dalla ex Troika.

(di Lucia Sali)/ANSA)

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