ROMA. – Il governo ha deciso: Autostrade per l’Italia è responsabile della tragedia di Genova e la sua concessione va revocata. Detto, fatto: la lettera che avvia la procedura è partita oggi e il premier Giuseppe Conte lo ha annunciato con un comunicato dai toni durissimi. “Il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia”.
Ora l’azienda controllata dai Benetton avrà 15 giorni per le controdeduzioni e non gli basterà, eventualmente, nemmeno ricostruire il ponte, avverte Conte. Nel caso, “sarà solo a titolo di provvisorio risarcimento del danno, fermo restando che la ferita inferta alle vittime, ai loro familiari e al Paese è incommensurabile e non potrà certo essere rimarginata in questo modo”.
Il premier annuncia poi un “segnale di svolta” per tutti i concessionari di beni pubblici: “D’ora in avanti saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture” e “dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione”. Perché “l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico”, secondo Conte.
A settembre tutti i concessionari dovranno fornire un piano delle risorse per la manutenzione, destinando a questo scopo investimenti proporzionali agli utili. La mossa di Conte arriva dopo 24 ore in cui era sembrato che Matteo Salvini e Luigi Di Maio non fossero in piena sintonia. Ma i due vicepremier avevano passato la giornata a ricucire e a farsi vedere dallo stesso lato della barricata.
“Non siamo al mercato, se Autostrade aprisse il portafoglio subito sarebbe il minimo, ma intanto abbiamo avviato la rescissione del contratto”, afferma Salvini. E in serata, dopo l’annuncio del premier sull’avvio dell’iter di revoca della concessione, il vice premier M5S attacca: “Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l’Italia”. “Ci vorrà tanto tempo per invertire la rotta e togliere la mangiatoia pubblica a questi prenditori, ma siamo stati votati proprio per questo”, aggiunge Di Maio.
Il capo cinquestelle ne ha anche per la Consob, la commissione di vigilanza sulla Borsa (dove è quotata Atlantia, controllante di Autostrade). “La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti”, scandisce.
Prima dell’annuncio di Conte il Pd era andato all’attacco. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ha chiesto che il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli riferisca in Parlamento. Matteo Renzi gli ha dato man forte, sfidando Toninelli a pronunciarsi in modo chiaro sulla Gronda, l’alternativa autostradale da realizzare a Genova contetsta dal M5s: “Abbia il coraggio di venire in Aula la settimana prossima. Si interrompano le ferie, si riapra il Senato e Toninelli venga a dire Sì o No alla Gronda”.
Al momento non è previsto che il governo riferisca la prossima settimana al Parlamento, ma l’ipotesi non viene esclusa. Anche Forza Italia vuole che le Camere indaghino. Sia il Pd che Fi chiedono poi alla Consob di aprire un’inchiesta sulle fluttuazioni del titolo Atlantia (in giornata un rimbalzo del 5,68% dopo il crollo dei giorni scorsi) a seguito delle dichiarazioni del governo sulla concessione.
Ma sulle scelte dell’esecutivo non sembra ora pesare la penale di circa 20 miliardi che lo Stato rischia di pagare. M5s e Lega continuano a puntare il dito contro i governi del passato, per come è stata scritta e gestita la concessione. Il Pd respinge le accuse e Renzi pubblica su Instagram un rendiconto del 2006 di un finanziamento di Autostrade alla Lega.
(di Serenella Mattera e Luca Laviola/ANSA)