I monsoni devastano l’India, oltre 320 morti in Kerala

Si vedono solo i tetti delle case dopo l'inondazione.
L'alluvione peggiore in 100 anni. Più di 220 mila senza casa. EPA/PRAKASH ELAMAKKARA

NEW DELHI. – Centinaia di morti, decine di migliaia di case distrutte, strade trasformate in torrenti, ponti a rischio crollo, frane e smottamenti: è lo scenario dell’alluvione che sta flagellando il Kerala, lo Stato nel sud dell’India devastato da otto giorni consecutivi di piogge torrenziali, e considerata la peggiore da 100 anni. Secondo l’ultimo bilancio fornito dal ‘chief minister’ del Kerala, Pinarayi Vijayan, le vittime dei monsoni che hanno colpito lo Stato sono almeno 324. Solo nelle ultime 24 ore si contano 106 morti, 173 dall’8 agosto.

In mattinata il diluvio ha dato alcune ore di tregua e ha consentito agli elicotteri di mettere in sicurezza decine di persone, da giorni sui tetti delle case per trovare scampo. In 13 distretti dello Stato è ancora allarme rosso e il Servizio meteorologico nazionale prevede forti piogge e venti per altri due giorni. Il diluvio ha colpito soprattutto la parte nord e centrale del Kerala, una delle mete preferite del turismo indiano.

Le piogge record hanno causato smottamenti, inondato gran parte del territorio, isolato villaggi e costretto 223 mila persone ad abbandonare le loro case. I campi di emergenza allestiti dalla Protezione civile per i senzatetto sono circa 1500. L’aeroporto internazionale di Kochin, uno dei più trafficati dell’India, con le piste ancora sommerse, è fermo da tre giorni e i voli, nazionali e internazionali, sono annullati fino al 26 agosto.

Difficilissimo per i soccorritori spostarsi lungo le strade che sembrano ora torrenti. Bloccata gran parte delle comunicazioni ferroviarie, mentre sono tutte aperte le 40 dighe dello Stato. Il governo centrale indiano ha messo a disposizione tutte le forze armate: 16 equipaggi dell’Esercito, 42 della Marina, 20 dell’Aviazione, oltre ai 51 team della National disaster responce force, la Protezione civile indiana. Il premier Narendra Modi ha annunciato di volersi recare per raggiungere le zone alluvionate.

Al via anche la mobilitazione dei privati per donazioni a favore dei senzatetto: attivati per questo numeri verdi, sms delle maggiori compagnie telefoniche e lanciati conti correnti online dedicati all’emergenza. Tra chi si interroga sulle cause dell’alluvione, riporta il sito online Manorama, prevale l’opinione che la responsabilità sia del cosiddetto “tradimento di agosto”: nella stagione dei monsoni estivi (da maggio a fine agosto) di solito le precipitazioni più intense sono a giugno e luglio, mentre agosto controbilancia le piogge in eccesso dei due mesi precedenti.

Quest’anno, invece, il monsone ha riacquistato forza e vitalità inedite proprio nell’ultimo mese. Da giugno a oggi, sul Kerala sono piovuti, tutti i giorni in media, quasi 20 centimetri di pioggia. Poi, l’intensificarsi del diluvio: ad agosto le precipitazioni hanno superato del 30% i livelli abituali, con il picco di 40 centimetri in 24 ore, raggiunto il 9 agosto scorso nel distretto di Malappuram.

(di Rita Cenni/ANSA)