Botta e risposta tra Ministero e Autostrade su verifiche

Ponte Morandi visto dalla zona rossa: dal basso verso l'alto.
Ponte Morandi visto dalla zona rossa. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Mentre a Genova si lavora per cercare i dispersi sepolti dalle macerie del Ponte Morandi e la politica si infiamma sul tema della revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia (Aspi), i riflettori si accendono anche sulle responsabilità delle verifiche sull’infrastruttura autostradale. Quelle “strutturali”, insiste il ministero di Infrastrutture e Trasporti (Mit), spettano al concessionario. Cioè alla società Autostrade che, dal canto suo, ribadisce di aver ottemperato a tutti gli oneri previsti da legge e contratto di concessione.

Oggetto del chiarimento odierno da parte del Mit sono le competenze della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali, istituita nel 2014. A questa spettano “vigilanza e controllo sui concessionari autostradali, inclusa la vigilanza sull’esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e il controllo della gestione delle autostrade”.

Un controllo, precisa il Mit, che esclude “qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione, che è invece compito del concessionario. I controlli del concedente sono prioritariamente rivolti all’ottemperanza degli obblighi convenzionali”. Il ministero cita anche l’art.14 del Codice della strada per sottolineare che è trasferito al concessionario “ogni onere connesso alla verifica dello stato dell’infrastruttura”.

Autostrade per l’Italia, dal canto suo, con riferimento al caso specifico del Ponte Morandi afferma di aver ottemperato a tutti gli obblighi contrattuali previsti. Il viadotto, ha spiegato la società all’indomani del crollo, “era monitorato dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche”.

Gli esiti di queste attività di monitoraggio e verifica “sono stati utilizzati come base per la progettazione degli interventi di manutenzione sul viadotto approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo le norme di legge e le previsioni della Convenzione”.

Il riferimento è alla Convenzione unica del 2007 che regola la concessione trentennale per i circa 2.854 chilometri di rete autostradale di Autostrade per l’Italia e che all’art. 3 prevede tra gli obblighi del concessionario quello di “provvedere a propria cura e spese all’esercizio delle autostrade” e alle “opere connesse”.

All’art. 28 il testo stabilisce che “il concedente (il Mit, ndr) vigila affinché i lavori di adeguamento delle autostrade siano eseguiti a perfetta regola d’arte, a norme dei progetti approvati, senza che per il fatto di tale vigilanza resti diminuita la responsabilità del concessionario in ordine all’esecuzione dei lavori”. Il concedente ha anche il potere di richiedere informazioni ed effettuare controlli, “con potere di ispezione, di accesso, di acquisizione della documentazione e delle notizie utili”.