Crollo ponte: Samp e Genoa non giocano, la Lega rinvia le gare

Il presidente della Samp, Massimo Ferrero, e quello del Genoa, Enrico Preziosi.
Il presidente della Samp, Massimo Ferrero, e quello del Genoa, Enrico Preziosi. (Foto ANSA)

ROMA. – Alla fine ha prevalso la solidarietà, la comunanza, lo spirito di unione di una città davanti alla tragedia. Il crollo del ponte di Genova, con il suo doloroso bilancio di morte e lutto, farà rinviare il debutto in Serie A delle due squadre della Lanterna, Genoa e Sampdoria, che avrebbero dovuto giocare domenica sera, i blucerchiati in casa contro la Fiorentina e i rossoblù in trasferta contro il Milan. Tutti gli altri saranno regolarmente in campo.

La Lega di Serie A è arrivata a questa decisione nel corso di una giornata convulsa, e non è stato facile, né scontato, considerando da un parte il forte impatto emotivo della tragedia ma dall’altra anche le inevitabili esigenze legate all’industria calcio, con la Serie A che inizia in questo fine settimana con incontri divisi tra sabato – giorno dei funerali delle vittime – domenica e lunedì.

Così alla fine, la Lega ha deciso rinviando i match delle due squadre direttamente coinvolte nel dramma cittadino, ma senza ripercussioni generalizzate sull’esordio stagionale dell’intera Serie A. “Il Presidente della Lega di A – ha fatto sapere – viste le richieste di rinvio delle proprie partite, programmate per domenica alle ore 20.30, da parte di Genoa e Sampdoria, in conseguenza della tragedia che ha colpito la città di Genova, e raccolto il parere favorevole da parte di Milan e Fiorentina, dispone il rinvio a data da destinarsi degli incontri Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa. Le date dei recuperi delle due partite verranno comunicati nei prossimi giorni nel rispetto delle norme regolamentari in vigore. In tutte le altre partite in programma per il primo turno, in memoria delle vittime di Genova, sarà osservato prima dell’inizio un minuto di silenzio e le squadre scenderanno in campo col lutto al braccio”, ha confermato la Lega.

Il presidente della Samp, Massimo Ferrero aveva annunciato – ancor prima della decisione della Lega – che “la Sampdoria e la Fiorentina non giocano. Enrico Preziosi non gioca, quindi neanche il Milan. E si è unita anche la Juventus. Prevarrà il buon senso: le partite si recuperano, i morti no”, le parole del n.1 doriano che ha poi insieme al collega rossoblù Enrico Preziosi, una volta ufficializzato il rinvio, ringraziato Miccichè “per la sensibilità e la disponibilità” dimostrate nei confronti della richiesta dei due club e dei suoi tifosi.

“Ci sono ancora dispersi sotto le macerie, non posso pensare di mandare in campo i miei ragazzi. Lo sport è cultura, è vita: occorre fermarsi un attimo e riflettere”, aveva detto Ferrero, mentre il direttore di Sky Sport, Federico Ferri, si è detto contrario a giocare sabato, giorno del lutto nazionale: “E’ fuori luogo giocare a poche ore dai funerali e nella giornata di lutto nazionale. Andavano almeno rinviate a domenica le due gare del sabato”.

Meno intransigenti, invece, gli organi istituzionali, Prefettura e Questura, nonchè le istituzioni del calcio chiedevano di smussare queste posizioni e di giocare regolarmente proprio per regalare un messaggio importante alla città: quello di una Genova ancora in piedi e pronta a ricominciare, calcio compreso.

I tifosi però stavolta hanno detto no: lo hanno fatto dapprima con un foto simbolica ma densa di significato (un doriano e un genoano in piedi, fianco a fianco, a braccia larghe a unire di nuovo i due lembi del Ponte ‘Morandi’ crollato), poi con un comunicato in cui dicevano chiaramente che avrebbero disertato la partita: “Poco importa cosa decideranno i soloni dello show business, per noi il silenzio ed il rispetto per la nostra città e per chi non c’è più e per le loro famiglie, viene prima di ogni cosa”, scrivono gli ultrà genoani, subito confortati dai cugini doriani: “Domenica non si deve giocare. Non a Genova. Rispetto per i morti, rispetto per la nostra città”, hanno scritto gli ultrà che sabato interverrano con loro delegazioni ai funerali delle vittime del ponte, proprio nel giorno dell’avvio della Serie A. Con quale voglia si sarebbe poi potuto giocare?

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