Campanello d’allarme per Trump, da Ohio parte la rimonta Dem

Danny O'Connor, il candidato del Partito Democratico nell'Ohio.
Danny O'Connor, il candidato del Partito Democratico nell'Ohio.

WASHINGTON. – Il campanello d’allarme per Donald Trump e per i repubblicani riecheggia forte dall’Ohio, dove il risultato al photofinish dell’elezione suppletiva per un seggio al Congresso manda una scossa nelle sedi del Grand Old Party che arriva fino alla Casa Bianca, in vista delle elezioni di midterm a novembre. E per i democratici è già un successo.

All’indomani del voto a dichiarare vittoria è soltanto il presidente Donald Trump, che via Twitter si congratula con il candidato repubblicano da lui sostenuto, Troy Balderson. Ma lo sfidante democratico Danny O’Connor non concede, e con il passare delle ore si fa sempre più concreta l’ipotesi di un riconteggio. Perché l’esito è legato ad una manciata di voti: al 99% delle schede scrutinate la corsa resta ‘too close to call’ (margine troppo stretto per attribuirla), con il 50,1% per Balderson e il 49,3% per O’Connor.

“Non ci fermiamo adesso”, scandisce il 31enne democratico in nottata fra i suoi sostenitori. Un entusiasmo giustificato da un risultato clamoroso per il campo Dem che si impone in un distretto – il 12/mo, incastonato nella periferia di Columbus – che da quasi 40 anni non manda a Washington un rappresentante democratico.

Una roccaforte repubblicana di fatto già considerata ‘espugnata’, se lo spirito è quello della rimonta che per i democratici può a questo punto partire dall’Ohio, considerato tradizionalmente ‘Stato chiave’ che detta la linea anche nelle elezioni presidenziali.

Si ferma però nel Midwest l”effetto Ocasio-Cortez’: in quest’ultima fondamentale tornata di primarie in vista del voto di autunno (si è votato in Kansas, Michigan, Missouri e Stato di Washington) è l’establishment democratico a farla da padrone, frenando apparentemente l’energia che ha portato nelle scorse settimane alla vittoria della 28enne Alexandra Ocasio-Cortez sostenitrice di Bernie Sanders a scalzare dal podio democratico Joseph Crowley, politico di lungo corso, moderato, già dato come successore della veterana Nancy Pelosi quale leader alla Camera.

Così in Michigan la ex senatrice statale Gretchen Whitmer vince agilmente la nomination per la corsa da governatore, prevalendo su Abdul El-Sayed , medico sostenuto da Bernie Sanders che già in molti vedevano come primo governatore musulmano degli Stati Uniti. Ma lo Stato del Michigan manderà con tutta probabilità al Congresso la prima donna musulmana, Rashida Tlaib, che ha trionfato nelle primarie democratiche del 13/mo distretto dove non è prevista una sfida repubblicana per le elezioni di novembre.

Confermata invece la ‘carica delle donne’: con quest’ultimo voto si segna un record di ‘nomination’ di donne di entrambi i principali partiti nelle corse per governatore. E’ invece ancora in bilico il risultato della corsa per la nomination repubblicana in vista dell’elezione del governatore in Kansas: Trump ha appoggiato il conservatore Kris Kobach preferendolo all’attuale governatore dello Stato Jeff Colyer.

Una scelta che ha scontentato parte del partito repubblicano locale ma se il giudizio delle urne darà ragione al presidente la sua linea all’interno del Gop potrebbe rafforzarsi. Intanto però il partito vive un estremo imbarazzo (e possibilmente anche il presidente Trump) dopo l’arresto a New York del deputato repubblicano Chris Collins, accusato di frode e insider trading. Collins, che è stato il primo membro del Congresso a sostenere la corsa presidenziale di Donald Trump, si è consegnato alle autorità.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)