Inchiesta dopo la strage dei braccianti, indagini su caporalato

Braccianti immigrati carichi di fagotti in cammino.
Braccianti immigrati carichi di fagotti in cammino.

BARI. – Due indagini viaggiano in parallelo. Una per accertare la dinamica del terribile incidente stradale, l’altra per capire se c’è stata una intermediazione illecita nel lavoro, se c’è stato sfruttamento dei lavoratori: se quei 12 braccianti agricoli morti ieri nello schianto tra il furgone sul quale viaggiavano stipati e il tir carico di prodotti farinacei avvenuto sulla strada statale 16, nei pressi di Lesina, nel Foggiano, erano nelle mani dei caporali.

Accertamenti che cercheranno di chiarire i tanti perchè di quei 12 corpi incastrati nelle lamiere del furgoncino bianco capovolto all’altezza del bivio di Ripalta. L’incidente, dice il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, “è stata una tragica fatalità”.

Dai primi accertamenti e salvo poi quello che verrà fuori dalle indagini tecniche sui due mezzi sequestrati, sembra proprio che si sia verificata una invasione di corsia da parte del furgone carico di braccianti agricoli, tutti stranieri, la maggior parte dei quali nordafricani. Il pulmino ha invaso la corsia di marcia schiantandosi contro il tir che procedeva in senso opposto. L’uomo che era al volante del furgone, forse vittima di un malore o di un colpo di sonno, è morto, “quindi – ha detto Vaccaro – si procede nei confronti soltanto dell’altro conducente”.

E si dovrà anche capire da dove venivano i braccianti agricoli, dove avevano lavorato, se c’è stata una intermediazione illecita del lavoro, se c’è stato sfruttamento. “Una schiavitù moderna”, l’ha definita il procuratore di Foggia secondo il quale ci sono in realtà più caporalati: perchè in Puglia ci sono forme del fenomeno – ha spiegato – gestite da persone del posto, gestite da persone europee e forme che riguardano i cittadini extracomunitari che sono quelle dove sfruttamento e povertà sono più evidenti.

Nella Procura di Foggia esiste da tempo un pool che mira a contrastare il caporalato: “ci sono diverse inchieste in corso – racconta Vaccaro – ma c’è ancora molto sommerso”, ancora tanto da fare, insomma, per far valere diritti e per tutelare quella dignità di cui oggi a Foggia ha parlato il premier Giuseppe Conte.

Il ministro Matteo Salvini al termine al termine del vertice nella prefettura di Foggia promette controlli a tappeto e dice che cercherà di aumentare l’organico sia della procura di Foggia che delle forze dell’ordine. E ci saranno anche più ispettori del lavoro, annuncia Luigi Di Maio.

Sulla eventuale presenza dei caporali si indaga anche per l’altro incidente stradale avvenuto sabato scorso, sempre nel Foggiano, nel quale sono morti altri quattro braccianti agricoli, tutti extracomunitari. Tutti e 16 i braccianti morti nei due incidenti stradali potrebbero aver lavorato in condizioni disumane, come quelle che portarono alla morte di Paola Clemente, la 49enne bracciante di San Giorgio Jonico stroncata nel 2015 da un malore mente era al lavoro nei campi della provincia di Bari. Dopo la sua morte venne approvata la legge sul caporalato.

“Io credo – è convinto Vaccaro – che ci sia bisogno di interventi straordinari per risolvere una situazione divenuta tragica, insostenibile. Non è possibile assistere ad uno scempio del genere, sulla pelle di povere persone che vengono qui con la speranza di poter migliorare le loro condizioni di vita”.

(di Luisa Amenduni/ANSA)

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