Riad caccia l’ambasciatore del Canada: “Criticò fermo attivisti”

ROMA. – Vietato criticare l’Arabia Saudita sul fronte dei diritti umani: a farne le spese questa volta è il Canada, dopo aver espresso “preoccupazione” per la sorte di decine di attivisti finiti in carcere nel Regno wahabita. Riad ha deciso di usare il pugno di ferro: ha richiamato il proprio ambasciatore in Canada, ha espulso quello canadese ed ha congelato tutti i nuovi investimenti e gli scambi commerciali con il Paese nordamericano accusandolo di “interferenze” negli affari interni.

Venerdì scorso, il ministero degli Esteri canadese si diceva “estremamente preoccupato” dopo gli arresti di numerosi attivisti per i diritti umani nel regno, tra i quali l’influente Samar Badawi, in primo piano nella battaglia contro il divieto di guida per le donne e sorella di Raif, il blogger in carcere dal 2012 per “aver offeso l’Islam’.

L’arresto della donna, e di un’altra attivista, era stata annunciato il giorno prima da Amnesty International, che aveva bollato la vicenda come “l’ennesima prova di un giro di vite che non mostra alcun segna di cedimento”. “Samar Badawi e Nassima al-Sada sono state arrestate. Sono state minacciate, molestate, e non possono lasciare il Paese per il loro attivismo”, sottolineava l’Ong. “Il livello di persecuzione in Arabia Saudita è senza precedenti”.

Altre 8 attiviste sono in carcere: rischiano fino a 20 anni. Ottawa ha chiesto alle autorità saudite il “loro rilascio immediato”. Le dichiarazioni canadesi hanno fatto infuriare Riad. Il ministero degli Esteri l’ha definito “un attacco” al regno ed ha sottolineato che “non accetterà alcuna forma di interferenza”. “Ogni altro passo in questa direzione sarà considerato un via libera al nostro diritto di interferire negli affari interni” del Canada, minaccia il ministero degli Esteri saudita. “Il Canada e tutti gli altri Paesi devono sapere di non potersi dire più preoccupate del Regno sulla sorte dei propri cittadini”.

Secca la risposta di Ottawa: “Il Canada si schiererà sempre per la difesa dei diritti umani, compresi quelli delle donne, e la libertà di espressione”, ha affermato Marie-Pier Baril, portavoce del ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland. “Il nostro governo non esiterà mai a promuovere questi valori e considera il dialogo fondamentale per la diplomazia internazionale”.