Cina minaccia Trump, pronti dazi per 60 miliardi di beni Usa

Containers pronti all'imbarco nel Porto di Qingdao in Qingdao, nella provincia cinesDazie di Shandong.
Containers pronti all'imbarco nel Porto di Qingdao in Qingdao, nella provincia cinese di Shandong. EPA/WU HONG

WASHINGTON. – La Cina è pronta a colpire con pesanti dazi una lunga lista di prodotti ‘Made in Usa’ per un valore pari a 60 miliardi di dollari. E’ la risposta alle minacce di Donald Trump, che negli ultimi giorni ha proposto di raddoppiare le tariffe su 200 miliardi di dollari di beni cinesi. Non solo: il presidente americano ha anche firmato una legge che aumenta i fondi per contrastare a 360 gradi le politiche di Pechino su commercio, cambi e sicurezza.

“Basta ricatti e azioni unilaterali”, è il monito degli uomini del presidente Xi Jinping che avvertono gli Stati Uniti nel giorno in cui i dati sul lavoro confermano lo stato di buona salute dell’economia Usa, con la disoccupazione scesa al 3,9%. “Non faremo sconti, e ad ogni azione ostile della Casa Bianca seguiranno contromisure per danneggiare l’economia Usa”, giurano a Pechino.

Uno scenario di ‘guerra’ a colpi di tariffe e balzelli che rischia di incidere negativamente sull’intera economia mondiale. Basta vedere il nervosismo dei mercati, anche se le Borse in Europa hanno chiuso la settimana in rialzo e Wall Street non mostra per ora segni di cedimento. Ma lo spettro di uno scontro Usa-Cina è reale, con scenari di tregua commerciale – come quella raggiunta tra Trump e l’Unione europea – per il momento lontani.

Il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha ammesso che i negoziati con Pechino sono in una situazione di completo stallo e che i contatti tra le due parti negli ultimi giorni sono stati rari e del tutto infruttuosi. Alzando il tiro la Casa Bianca spera di fare pressioni sul governo cinese al fine di ottenere finalmente qualche concessione: anche sul fronte valutario, con la svalutazione dello yuan nei confronti del dollaro che complica le cose e irrita ancor di più il presidente americano.

Il piano di Pechino – una vera e propria rappresaglia – è comunque pronto. Prevede di fissare vari livelli di dazi su oltre 5 mila prodotti americani importati in Cina. Quattro le tariffe ipotizzate: 25%, 20%, 10% e 5%. Ad essere colpiti potrebbero essere soprattutto il settore hi-tech, quello dei macchinari e quello agricolo e alimentare. Tutto dipenderà dalle prossime mosse di Washington e se davvero entreranno in vigore dazi del 25% su oltre 200 miliardi di dollari di prodotti ‘Made in China’. Che, tra l’altro, si andrebbero ad aggiungere ad altre misure ‘punitive’ già prese dall’amministrazione Trump come i dazi su acciaio e alluminio.

Intanto continua a preoccupare l’ipotesi che Washington possa decidere di imporre dazi sulle automobili importate dall’estero. E se al momento l’Europa ha incassato l’accantonamento di questo scenario, con grande sollievo soprattutto della Germania, a temere sono soprattutto le case automobilistiche asiatiche. Con la giapponese Toyota che teme un aumento fino a 3.000 dollari nel prezzo di alcuni popolari pickup e minivan esportati in America.

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