Zimbabwe aspetta il presidente, stato d’assedio a Harare

Zimbabwe: esercito disperde i manifestanti ad Harare.
Zimbabwe: esercito disperde i manifestanti ad Harare. (ANSA/AP Photo/Tsvangirayi Mukwazhi)

ROMA.- Negozi chiusi, esercito nelle strade e una calma carica di tensione ad Harare, capitale dello Zimbabwe, in attesa che la Commissione elettorale si decida ad annunciare chi sarà il prossimo presidente del Paese. Ritardi e indecisioni foriere di brogli secondo l’opposizione e che, insieme alla comunicazione a tempo di record dei dati parziali che assegnano la vittoria nelle parlamentari allo Zanu-Pf – il partito del presidente uscente Emmerson Mnangagwa e di Robert Mugabe – hanno provocato l’esplosione della rabbia e delle proteste.

I militari hanno sparato ad altezza d’uomo lasciando sei morti sul terreno (tre sono morti oggi per le ferite), 14 feriti e il dubbio che la speranza di cambiamento nel primo voto del dopo Mugabe, lunedì, si sia già infranta nelle secche del monopolio conservativo del potere. I dati diffusi finora danno allo Zanu-Pf 122 seggi sui 210 che compongono l’Assemblea Nazionale contro i 53 assegnati all’opposizione del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc).

Le indiscrezioni filtrate parlano di voti per l’elezione del presidente già conteggiati ma non diffusi. Tanto è bastato. E il banco di prova per la possibile alternanza al potere è già saltato. Mnangagwa ha fatto sapere di aver contattato il 40/enne sfidante Nelson Chamisa, leader dell’Mdc, per allentare la tensione e ha chiesto una “indagine indipendente” sugli scontri.

Ma lo stesso Chamisa – che rivendica la vittoria nelle presidenziali – ha denunciato brogli a favore del presidente uscente e riferito di un raid della polizia nel quartier generale dell’opposizione che ha arrestato 18 persone e sequestrato i computer. E a suo carico è stata aperta un’inchiesta per incitazione alla violenza.

Secondo le prime conclusioni della missione europea di osservazione guidata dall’eurodeputato Elmar Brok, “le elezioni sono state competitive, e in generale le libertà politiche sono state rispettate, durante la campagna. Tuttavia sono state osservate una serie di lacune” ma, soprattutto – mettono le mani avanti gli osservatori Ue ammessi per la prima volta dopo 16 anni – è importante che i risultati finali siano condivisi in piena trasparenza, inclusa un’analisi dettagliata per seggio”.

Dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres è arrivata un’esortazione ad esercitare moderazione, e un “appello alla calma” è stato lanciato dalla stessa missione di osservatori Ue in attesa dell’annuncio del risultato previsto prima per le 21.00 e poi rimandato alle 22.00. Finora lo Zimbabwe ‘democratico’ del dopo Mugabe non ha dato prove convincenti. La speranza è che il tempo non sia scaduto.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)

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