Marc Lazar: “Non lasciamo ai populisti il tema migranti”

Primo piano di Marc Lazar seduto ad un tavolo durante una conferenza
Il politologo francese Marc Lazar

PERDASDEFOGU (NUORO). – “Le elezioni europee del 2019 saranno un banco di prova, si gioca una partita importantissima per le sorti dell’Europa che potrebbe uscirne rafforzata o disgregata”. Così in un colloquio con l’ANSA il politologo francese Marc Lazar, ospite di punta del festival letterario “7Sere7Piazze7libri” in programma fino al 5 agosto a Perdasdefogu, in Ogliastra.

L’evento diretto da Giacomo Mameli – tra i protagonisti Vito Mancuso, Bianca Pitzorno e Sergio Rizzo – si snoda sul tema delle metamorfosi, centrale nel volume “Popolocrazia”, scritto a quattro mani da Lazar e Ilvo Diamanti. “Lo scontro forte – argomenta Lazar – sarà tra Macron, che vuole rilanciare il processo di unificazione dell’Europa, e Salvini, che si presenterà a nome dei populisti per cercare di disgregarla con l’obiettivo di rinazionalizzare le politiche”.

Davanti a un vasto pubblico e intervistato dal giornalista Giorgio Zanchini, il politologo d’oltralpe ha spiegato che il suo libro non è un instant book legato all’attualità, ma ha un più largo respiro. “E’ stato concepito oltre un anno e mezzo fa – racconta Lazar – per dare una risposta all’avanzare dei populismi che hanno cambiato il modo di fare politica, imposto le loro tematiche al centro del dibattito pubblico e un’idea di democrazia sempre più immediata, diretta, e dove tutto ormai è emergenza”.

Con uno sguardo sull’Italia, lo studioso vede con interesse e curiosità l’esperimento del governo giallo-verde. “C’è un elemento che unisce le due anime – spiega – benché divergano su tanti aspetti e benché gli interessi del loro elettorato siano quasi contrapposti: il filo rosso è la sovranità nazionale, l’Italia prima dell’Europa”.

E considera un laboratorio straordinario per un politologo il M5s, che per primo ha compreso le opportunità della rivoluzione digitale. “Il Movimento ha elementi di sinistra, di destra e fortemente ecologisti, ma nel panorama dei movimenti populisti è inclassificabile – sottolinea Lazar – non ha eguali con la sua doppia struttura orizzontale e allo stesso tempo verticale”.

Per lo studioso francese, i movimenti populisti lanciano alle classi governanti un campanello d’allarme che è importante saper cogliere. “L’indignazione dei populisti è più che giustificata dalla forte e crescente disoccupazione, dalla sempre più forte disuguaglianza e dalla mancata partecipazione del popolo alle decisioni – precisa – il problema per le nostre democrazie è dare risposte a questa indignazione”.

E la strada indicata da Lazar passa da una politica economica e sociale più equa, ma anche dalla soluzione al problema delle migrazioni, che va affrontato tenendo conto delle diverse situazioni ed esigenze dei Paesi ospitanti senza lasciare soli, come è stato fatto, gli Stati più esposti, in primis l’Italia. “La sfida a cui l’Europa non può sottrarsi – chiarisce Lazar – è la società multiculturale, un dovere morale e una grossa opportunità. Per questo un tema complesso come quello delle migrazioni non può essere lasciato in mano ai populisti”.

(di Maria Grazia Marilotti/ANSA)