La Rai fa implodere il centrodestra, trattativa azzerata

Primo piano di Alberto Barachini, Presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Alberto Barachini, Presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Sul nome di Marcello Foa si infrange il dialogo, già appeso ad un filo, tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Le telefonate a tarda sera tra i due e la visita di primo mattino del leader della Lega al Cavaliere ricoverato per dei controlli al San Raffaele non hanno sortito alcun effetto. Anzi. Forza Italia non cambia idea e fa saltare il banco in Vigilanza lasciando Marcello Foa al palo.

Raccontano che in realtà l’ex premier nel colloquio con Salvini avesse chiarito che l’affaire Foa fosse stato gestito dai suoi parlamentari. Una sostanziale presa di distanza che ha permesso al leader della Lega di puntare il dito contro quella parte di Forza Italia “che vota con il Pd”, paventando la riedizione del patto del Nazareno. Il segretario leghista ribadisce la sua collocazione nel centrodestra “io ne sono convinto come ne è convinto Berlusconi. Forse – accusa – qualcuno in Fi ha altre ambizioni”.

Ma l’accusa di tradimento e soprattutto l’idea che gli azzurri lavorino ad una nuova intesa col Pd, come osservano diversi leghisti ed esponenti del Movimento Cinque Stelle, fa salire la tensione anche dentro Forza Italia. E così nel corso del pomeriggio inizia il tam tam di richieste al Cavaliere di fare chiarezza sulle decisioni prese.

Un trattativa che va per le lunghe con l’ex premier accerchiato da chi suggeriva un atteggiamento soft con Salvini per tenere aperto il canale di dialogo e chi invece, come Gianni Letta, Fedele Confalonieri ed Antonio Tajani- si racconta – gli suggerivano di rispondere a tono alle accuse di Salvini. Una richiesta che si traduce in una nota in cui Berlusconi chiarisce non solo “di aver condiviso” il no a Foa ma soprattutto ribadisce l’indisponibilità del suo partito a cambiare posizione.

Ma se l’ex premier alza il muro, lo stesso fa Salvini rincarando la dose di accuse contro Fi e facendo sapere di non aver intenzione di ‘cambiare cavallo’ visto che il Cda della Rai – è convinta la Lega – può svolgere le sue funzioni così com’è. Una presa di posizione considerata una grave e inattuabile forzatura dalle opposizioni, su cui anche il Quirinale – si ragiona in ambienti parlamentari – ha acceso i suoi riflettori.

Certo, precisano fonti del Colle interpellate al riguardo, Mattarella è solo spettatore della vicenda non avendo nessun ruolo e nessun potere di intervento. Ma è anche chiaro che il Capo dello Stato auspichi che si sblocchi lo stallo e si trovi una soluzione equilibrata, nel rispetto della legge.

Per il momento Salvini non ha nessuna intenzione di tornare sui suoi passi. Tant’è che non è prevista a breve una nuova convocazione della commissione di Vigilanza. Anche se nei capannelli in Transatlantico c’è un susseguirsi di scenari e previsioni. Tra le voci che circolano ci sarebbe anche quella che vedrebbe Riccardo Laganà, consigliere di area M5s ma eletto in quota dipendenti del servizio pubblico, come possibile candidato alla presidenza. Una soluzione interna, si ragiona, che oltretutto potrebbe essere gradita ai Cinque Stelle e comporterebbe l’ampliamento del pacchetto di nomine nelle testate giornalistiche in quota Lega.

La seconda grande partita è quella dei direttori dei tg. Il Carroccio continua a puntare sul Tg1 e Gr mentre i Cinque Stelle vogliono la direzione del Tg2, incognita sul tg3 anche se un membro di governo M5s azzarda una proposta: perchè non dare la direzione a Fi?.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)