Reggio Emilia: soldi per cittadinanza, arrestata funzionaria della Prefettura

Funzionario della Polizia al computer investigando il caso
Il caso a Reggio Emilia, 15 casi accertati dalla Polizia

REGGIO EMILIA. – Mazzette di denaro per velocizzare le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana agli extracomunitari. Sono 15 i casi accertati dalla polizia di Reggio Emilia che hanno portato all’arresto di quattro persone. Le manette sono scattate per Sonia Bedogni, funzionaria delle prefettura di Reggio, indagata dalla procura per corruzione (impropria e propria passiva). La donna, 60 anni, ora si trova agli arresti domiciliari.

Dai conti della funzionaria, il gip Giovanni Ghini ha disposto un sequestro preventivo di 100mila euro. Sul registro del pm Giacomo Forte, titolare dell’inchiesta, sono finiti anche due fratelli pachistani che gestivano un’agenzia, con sede a Reggio Emilia, ma con una succursale a Guastalla a cui sono stati posti i sigilli: a loro è stata applicata la stessa misura cautelare, anche se uno dei due si trova attualmente all’estero. I due devono rispondere di intermediazione ai fini della corruzione.

Sostanzialmente sarebbero coloro che raccoglievano il denaro dagli stranieri in attesa della cittadinanza, che poi avrebbero consegnato alla presunta funzionaria infedele. A una quarta donna, marocchina di 48 anni, è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia, con l’accusa di aver fatto da intermediaria ‘privata’ con la funzionaria della prefettura in tre casi.

Con l’aiuto della squadra mobile della polizia di Stato, sono stati documentati – e accertati stando alle risultanze investigative – 15 episodi di corruzione su 35 pratiche monitorate dal 2016 (data di inizio indagini) a oggi, grazie a telecamere nascoste e a intercettazioni telefoniche. Gli inquirenti pensano però che il sistema di corruzione andasse avanti già dal 2014.

Le indagini ora continuano e verranno poste sotto la lente d’ingrandimento altre pratiche; da accertare l’ammontare delle somme ricevute dalla funzionaria che potrebbe aver avuto un tariffario prestabilito, a seconda dello stato d’avanzamento della documentazione. Inoltre, saranno da verificare le posizioni dei cittadini stranieri, per capire se fossero a conoscenza dell’escamotage utilizzato dagli intermediari.

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